Donato di Niccolò di Betto Bardi, detto Donatello, nasce a Firenze intorno al 1386. Scultore, orafo e disegnatore, è uno dei maggiori esponenti dell’umanesimo fiorentino. Si forma fra il 1404 e il 1407 nella bottega di Lorenzo Ghiberti dove impara l’arte della scultura e dell’oreficeria. La sua prima opera nota è il David marmoreo (Firenze, Museo Nazionale) eseguito fra il 1408-1409 per la tribuna settentrionale del duomo e successivamente collocato in Palazzo Vecchio. Del 1409-1411 è la statua del S. Giovanni Evangelista per la facciata del Duomo (Firenze, Museo dell’Opera). Con le statue per Orsanmichele, il S. Marco (1411-13) e il S. Giorgio (1415-17 c.; l’originale è ora nel Museo Nazionale del Bargello), Donatello rompe con la tradizione gotica e dimostra una padronanza dell’anatomia umana in grado di competere con la statuaria classica. Per la base della nicchia con il S. Giorgio Donatello esegue il S. Giorgio libera la principessa, bassorilievo realizzato con la tecnica dello schiacciato o stiacciato che consente all’artista di ottenere la profondità spaziale con sottilissime variazioni di spessore della superficie marmorea. Per le nicchie del campanile del duomo realizza entro il 1421 il Sacrificio di Isacco, forse in collaborazione con Nanni di Banco, il Profeta imberbe, il Profeta con barba in posa pensosa (Firenze, Museo dell’Opera del Duomo), che rivelano il suo profondo interesse per l’arte classica. Nel 1422 scolpisce due busti marmorei, un Profeta e una Sibilla, per la porta della Mandorla. Nello stesso anno riceve la commissione del S. Ludovico di Tolosa per Orsanmichele (Firenze, Museo di S. Croce), statua bronzea in cui l’artista si cimenta per la prima volta nella pratica della fusione. Al tabernacolo marmoreo entro cui la statua è inserita collabora probabilmente anche Michelozzo, suo socio dal 1425.
La prima importante commissione di Donatello fuori di Firenze è la formella bronzea con il Banchetto di Erode (1423-1427) per il Battistero di Siena dove i piani si dispongono prospetticamente, scanditi dalla luce che conferisce alla scena notevole drammaticità. Donatello esegue ancora per le nicchie del campanile del duomo di Firenze Donatello il Profeta Abacuc, detto lo Zuccone (1423-1425 c.), e il Profeta Geremia (1427-1436 c.) dai volti straordinariamente espressivi e drammatici. Opere di collaborazione fra Donatello e Michelozzo sono il monumento funebre dell’antipapa Giovanni XXIII nel Battistero di Firenze (1425-27 c.) e la tomba del cardinale Rainaldo Brancacci per la chiesa di S. Angelo a Nilo di Napoli (1426 -1428 c.). Lo stiacciato dell’Assunzione della Vergine è uno dei capolavori di Donatello per la dinamicità della scena e per la potenza espressiva del volto della Vergine, rappresentata senza idealizzazioni, come una donna anziana. Assieme a Michelozzo, Donatello lavora al pulpito esterno della cattedrale di Prato (1428-38). Intorno al 1428-1430 i due compiono un viaggio a Roma, dove studiano i monumenti della Roma imperiale e paleocristiana; lavorano al Tabernacolo del Sacramento nella basilica di S. Pietro e alla lastra funeraria di Giovanni Crivelli nella chiesa di S. Maria in Aracoeli, firmata da Donatello (1432-1433).
Al rientro a Firenze, l’artista realizza la cantoria di S. Maria del Fiore (1433-1438 c., Museo dell’Opera del Duomo) con una sfrenata danza di putti entro una struttura rigorosamente geometrica. Lavora anche alle porte bronzee della Sagrestia Vecchia di S. Lorenzo, nelle cui formelle appaiono concitate coppie di Apostoli e Martiri, mentre nei medaglioni in stucco policromo sono raffiguati gli Evangelisti e Storie di s. Giovanni Evangelista. Nel David bronzeo (Firenze, Bargello, 1440-1443), chiaramente ispirato alla statuaria antica, il naturalismo del volto malizioso del giovane eroe si accompagna alla raffinata interpretazione della figura umana.
Nel 1443 Donatello si trasferisce a Padova dove esegue il monumento equestre al condottiero Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, nella piazza della basilica di Sant'Antonio. Concluso nel 1453, il monumento richiama i monumenti equestri dell’antichità, in particolare il Marco Aurelio del Campidoglio ed è uno dei capolavori di Donatello: il cavallo e la figura umana si fondono in un insieme armonioso, mentre il condottiero rappresentato con grande realismo, specie nel volto e nella fiera postura di comando, bene rappresenta il culto umanistico dell’individuo. A Padova Donatello realizza anche il monumentale altare della basilica del Santo (1446-1450 c.), smembrato e ricomposto arbitrariamente alla fine dell’Ottocento.
Donatello rientra a Firenze nel 1454. Nelle sue ultime opere accentua il naturalismo e la semplificazione delle forme in chiave drammatica, come nella statua lignea della Maddalena penitente (1455 c., Museo dell’Opera del Duomo) e nei due pulpiti per la chiesa di S. Lorenzo. Muore a Firenze nel 1466.
Bibliografia: H. W. Janson, «Bardi, Donato, detto Donatello», in Dizionario biografico degli italiani, VI, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1964, pp. 287-296; C. Avery, Donatello. Catalogo completo delle opere, Firenze, Cantini, 1991.