Area tematica:
Industria
Livello di conoscenza della lingua italiana:
B
Obiettivi contenutistici:
Scoperta di un settore di punta dell’industria italiana
Obiettivi linguistici:
Il livello testuale: anafora e connettivi
Testi:
“Mio padre, Enzo Ferrari: L’uomo privato Enzo Ferrari”;
“Mio padre, Enzo Ferrari: Nasce la scuderia Ferrari”;
“Mixer: intervista a Gianni Agnelli”;
Links:
maps.google.it
http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/
Tempo stimato:
1h30’
Autore:
Valentina Gallo
Abarth
Alfa Romeo
FIAT
Ferrari
Lamborghini
Lancia
Maserati
Anche la Bugatti, passata alla Volkswagen, fu fondata da un italiano: Ettore Bugatti. Alla fine dell’Ottocento, Bugatti aprì la sua fabbrica Molsheim, in Alsazia.
La Ferrari è una delle imprese che rappresenta l’Italia nel mondo. Le macchine Ferrari sono uno status symbol: ambite per l’eleganza del design e la potenza del motore; un prodotto esclusivo per pochissimi amatori. Ma il settore di punta della Ferrari è certamente l’automobilismo sportivo. Dal 1950 in poi, la Ferrari ha partecipato a tutti i Gran Premi di Formula 1, rimanendo sempre ai massimi livelli competitivi.
In questo percorso potrai iniziare a conoscerne la storia e i protagonisti.
Nel 2010 la televisione pubblica italiana, RAI, ha dedicato a Enzo Ferrari, il fondatore della casa automobilistica, un episodio della trasmissione televisiva “La storia siamo noi”. Il figlio, Piero Ferrari, vi racconta la nascita dell’industria paterna. Il documentario, che ripropone anche vecchie interviste ad Enzo Ferrari, ricostruisce gli aspetti privati e pubblici di un grande ingegnere meccanico: dai primi anni in qualità di pilota, alla guida delle macchine da corsa, alla progettazione dei motori sportivi.
Questa storia è ambientata in Emilia Romagna, nella provincia di Modena. A Modena, Enzo Ferrari aveva il suo ufficio, in piazza Trento e Trieste. A Modena, nel cimitero di San Cataldo, Ferrari fece seppellire il primo figlio, Dino, morto di una grave malattia genetica trasmessa dal DNA (pronuncia italiana: dienneà). In provincia di Modena, in periferia, a Maranello, Ferrari stabilì la sua ditta. E a pochi chilometri da Maranello, a Fiorano, sorge la pista automobilistica della Ferrari.
Nel prossimo video troverai termini ed espressioni che potresti non conoscere. Prima di ascoltarlo, vai alla pagina successiva e rispondi alle domande che troverai.
Esegui i seguenti esercizi:
Nel prossimo video Piero Ferrari usa una serie di espressioni per definire il carattere del padre, sei in grado di attribuire ad ognuna di esse il suo significato?
Nelle seguenti interviste ricorrono alcune frasi fatte (dette anche ‘idiomatiche’). Sai cosa vogliono dire?
Conosci il significato delle seguenti parole? Se non lo conoscessi, cercalo sul Disc:
beneficio, coetaneo, forgiare, identificarsi, immortale, reciproco, restrizione, trasparire, veto, vincolo
[video:file=video/esercizi/11_ferrari/ferrari_1.flv]
Titolo: Mio padre Enzo Ferrari
Programma: La storia siamo noi
Emittente: Rai Tre
Data: 18/09/2008
Per gentile concessione di Rai Teche.
Nel 1947, Enzo Ferrari, con alle spalle una brillante carriera come pilota automobilistico per l’Alfa Romeo, costruisce la prima macchina da competizione Ferrari. Con questa vettura nel 1951 vincerà il suo primo Gran Premio. Potrai rivivere alcuni momenti di questa storia nel prossimo video.
Prima di vederlo, però, vai alla pagina seguente e risolvi gli esercizi proposti.
Prima di ascoltare il video esegui i seguenti esercizi, eventualmente aiutandoti con il dizionario:
Cosa vogliono dire le seguenti parole?
Avere ammirazione significa ‘ammirare’, ‘provare un sentimento di ammirazione’
Tenere in considerazione significa ‘stimare’, provare un sentimento di rispetto e fiducia verso qualcosa o qualcuno
Essere in competizione significa ‘essere in compagnia di qualcuno’
Avere delle prospettive significa ‘guardare in profondità’
Buona visione!
[video:file=video/esercizi/11_ferrari/ferrari_2.flv]
Titolo: Mio padre Enzo Ferrari
Programma: La storia siamo noi
Emittente: Rai Tre
Data: 18/09/2008
Per gentile concessione di Rai Teche.
Rispondi alle seguenti domande:
Quante corse automobilistiche ha vinto Enzo Ferrari prima di fondare la Scuderia Ferrari?
Cosa spingeva Enzo Ferrari a partecipare alle gare di automobilismo?
La prima Ferrari, a dodici cilindri, fu una macchina rivoluzionaria?
Cosa fece la moglie di Ferrari?
Dove nacque la Società Anonima Scuderia Ferrari?
Chi fu il rivale storico di Ferrari?
Nell’intervista che hai appena ascoltato, ci sono alcuni termini che, in italiano, hanno diversi significati: rileggi le seguenti frasi e, a seconda del contesto, attribuisci il significato che ti sembra più adatto alle parole evidenziate.
Nasce la scuderia Ferrari.
La macchina di mio nonno non aveva il cambio sincronizzato.
Usciamo in vespa o prendiamo la lambretta di mio zio?
Ho comprato una bicicletta con motore ausiliario – quando sono stanca mi basta accendere il motore e smettere di pedalare.
Nel 1886 Giuseppe Boldini fece il ritratto di Giuseppe Verdi con mantello e cilindro nero.
La mia moto ha 4 cilindri.
Lo scoiattolo volante è originario dell’America settentrionale.
Ho girato il volante a sinistra e la macchina ha sbandato.
In ricordo di questo grande artista è stato istituito un concorso: il vincitore riceve un premio in denaro e una targa placcata d’oro.
Un testo formato da più frasi, per avere senso compiuto, ha bisogno di una serie di legami interni. Questa rete di legami si definisce "catena anaforica". Essa è formata da un “antecedente” (ovvero ciò ‘che viene prima’): un oggetto, una persona, un concetto espresso nel testo; e da tutti gli elementi che lo richiamano: questi ultimi prendono il nome di “riprese anaforiche”.
In Mangio la mela che ho comprato, ad esempio, la mela è l’antecedente della ripresa anaforica che, pronome relativo con funzione di oggetto diretto nella frase che ho comprato.
In Le mele sono un frutto delizioso: sono in frigorifero, prendile pure se vuoi, basta che non le finisci l’antecedente le mele e le due riprese anaforiche pronominali (-le e le) formano una catena anaforica.
Proprio i pronomi relativi [link grammatica Sabatini] e i pronomi personali [link grammatica Sabatini] sono gli elementi grammaticali che più facilmente vengono usati per stabilire un legame anaforico.
Rileggi questo scambio tra l’intervistatore e Ferrari:
I: Quali corse ha vinto?
F: Diverse corse. Ma io amo la macchina, io non la maltratto, io la rispetto.
Enzo Ferrari nomina la macchina nella prima frase, poi utilizza due riprese anaforiche nelle successive frasi: prova a indicarle cliccandole.
Leggi la trascrizione di parte dell’intervista che hai appena ascoltato:
«Piero Ferrari: In verità, quando Enzo Ferrari ha costruito la prima Ferrari, nel 1947, eh? In Italia cosa succedeva? Si progettava la vespa, la lambretta, il mosquito (motorino ausiliario per le biciclette): e lui [ripresa anaforica con pronome personale] ha progettato una vettura da competizione a dodici cilindri. Cioè, siamo su una visione del mondo completamente diversa. Però è stato l’unico, forse, ad avere questa visione ed è stata vincente. Mio padre [ripresa anaforica mediante riformulazione linguistica (perifrasi)] era indeciso su che nome dare alla prima automobile che aveva progettato. E mia madre gli [ripresa anaforica con pronome personale] disse, semplicemente: “Mah, chiamala Ferrari: lo ha fatto anche Bugatti”. Mio padre [ripresa anaforica con pronome personale] aveva un grande rispetto per Bugatti, una grande ammirazione per Ettore Bugatti e per tutta la tecnologia che lui seppe introdurre nella costruzione delle automobili. Quindi mia madre fu ascoltata. Non so, però… devo dire... mio padre [ripresa anaforica con pronome personale] si confidava con mia madre e ascoltava anche i suoi consigli: la teneva in considerazione».
“Enzo Ferrari” è l’antecedente di una catena anaforica formata da cinque riprese: sei in grado di riconoscerle? Cliccale e scoprirai alcuni tipi di ripresa anaforica.
Una ripresa anaforica non è necessariamente rappresentata da un elemento linguistico autonomo. Nella frase Michele mi ha scritto che sarebbe venuto e che avrebbe portato una mela, ad esempio, il legame anaforico tra Michele, l’antecedente, e il soggetto di avrebbe portato è garantito dal verbo. La voce verbale avrebbe, infatti, è in terza persona: essa individua dunque in Michele il soggetto. Anche in casi di questo tipo si parla di anafora: è un caso di ellissi (‘mancanza’) del soggetto. In italiano, infatti, il verbo nei modi finiti (indicativo, congiuntivo e condizionale) indica la persona e il numero cui si riferisce; ciò consente, in alcuni casi, di omettere il soggetto.
Prova, adesso, ad individuare i tre predicati verbali che si riferiscono all’antecedente Enzo Ferrari con ellissi del soggetto:
«[Enzo Ferrari] Aveva una guida molto dura, molto… come si guidavano le automobili degli anni Trenta-Quaranta, senza i cambi sincronizzati. Quindi usava il cambio con grande forza e anche i freni: dava una grossa pedata sul pedale del freno; però era uno che aveva un grande controllo della macchina».
In italiano i verbi di modo indefinito, infinito (amare), participio (amante) e gerundio (amando) non si declinano, hanno cioè un’unica forma per le varie persone del verbo. La frase Laura è uscita dicendo che andava al mercato è composta da una proposizione principale: Laura è uscita che regge una proposizione subordinata implicita (formata cioè da un verbo di modo indefinito, in questo caso un gerundio), dicendo; che a sua volta regge una proposizione subordinata oggettiva, che andava al mercato. Nelle proposizioni subordinate implicite il soggetto, dunque, non compare: si parla allora di ‘anafora zero’. Rileggi questi brani dell’intervista: in ognuno di essi c’è un caso di anafora zero; li sai riconoscere?
[Intervistatore]: Quand’è che scopre la vocazione e il talento del corridore?
Enzo Ferrari: Mah, io non ho scoperto niente. Io ho cercato di diventare un grande corridore e non lo sono stato.
Piero Ferrari: Era un pilota - quanto buono non lo so - e guidò fino all’età di ottantacinque anni: a mio padre gli piaceva… gli piaceva guidare.
I: A un tratto lei confessa “venni preso dal desiderio quasi morboso di fare qualcosa per l’auto […]”. Con quali prospettive?
Enzo Ferrari: Con l’incoscienza dell’età.
Un legame anaforico può essere costituito dalla semplice ripetizione dello stesso elemento. Riascolta questo brano dell’intervista:
[video:file=video/esercizi/11_ferrari/ferrari_3.flv]
Titolo: Mio padre Enzo Ferrari
Programma: La storia siamo noi
Emittente: Rai Tre
Data: 18/09/2008
Per gentile concessione di Rai Teche.
‘Alfa Romeo’, la casa automobilistica rivale della Ferrari, Pietro Ferrari ripete “Alfa Romeo” ben sette volte. Nelle pagine precedenti hai imparato a riconoscere questo tipo di ripresa anaforica, e hai scoperto che nella prosa esso può appesantire il testo. A volte, però, la semplice ripetizione svolge una precisa funzione retorica. Anche in questo caso la ripetizione di Alfa Romeo ha un significato specifico: quale tra i seguenti?
Nel video Ettore Bugatti (o semplicemente Bugatti) ricorre tre volte nel giro di poche frasi. Il tipo di ripetizione che hai incontrato è molto frequente nel parlato. Nello scritto, però, a volte, può appesantire la prosa. Quando l’antecedente e la ripresa anaforica si susseguono, inoltre, o quando non ci sono altri possibili referenti, il testo risulta comprensibile anche se la ripresa anaforica manca (ellissi, indicata con il simbolo Ø).
Ti riproponiamo, adesso, lo stesso brano: leggilo e clicca su quella ripresa anaforica che ti sembra superflua nello scritto:
"Mio padre aveva un grande rispetto per Bugatti, una grande ammirazione per Ettore Bugatti e per tutta la tecnologia che lui seppe introdurre nella costruzione delle automobili. Quindi mia madre fu ascoltata. Non so, però… devo dire… mio padre si confidava con mia madre e ascoltava anche i suoi consigli: la teneva in considerazione»".
Nel 1967, Enzo Ferrari capisce che, per realizzare i propri progetti, ha bisogno di un partner economico. Dapprima entra in trattativa con una casa automobilistica americana, la Ford. Poco prima di firmare il contratto, però, Ferrari si tira indietro, temendo di perdere la propria libertà di imprenditore. Si rivolge, quindi, a uno dei più importanti gruppi automobilistici italiani: la FIAT, Fabbrica Italiana Automobili di Torino. In quegli anni a capo della FIAT c’è l’avvocato Gianni Agnelli. Agnelli è stato per decenni il volto dell’Italia della grande industria: colto, raffinato, elegante, abile nello scegliere i propri collaboratori. Agnelli ha svolto il proprio ruolo senza mettere in pericolo il proprio patrimonio e la solidità della sua azienda, con senso di responsabilità verso i suoi dipendenti.
Nel 1984, il giornalista Gianni Minoli lo intervistò, realizzando una delle più belle interviste di questo grande capitano d’industria. Te ne proponiamo un brevissimo brano. Prima di vedere il video, però, vai alla pagina seguente e svolgi gli esercizi proposti.
Seleziona la definizione corretta per ognuna delle seguenti parole. Se hai qualche dubbio consulta il Disc:
Cosa vogliono dire le seguenti espressioni?
[video:file=video/esercizi/11_ferrari/mixer_agnelli.flv]
Titolo: Intervista a Giovanni Agnelli
Programma: Mixer
Emittente: Rai Due
Data: 01/03/1984
Per gentile concessione di Rai Teche.
Minoli e Agnelli affrontano i seguenti argomenti che ti elenchiamo in modo confuso: prova a ristabilire l’ordine nel quale vengono affrontati, indicando il posto che occupano nel corso dell’intervista:
Agnelli afferma che i patrimoni si costruiscono in tre modi: speculazione, accumulazione, successione. Attribuisci ad ognuna di queste parole il suo significato nel contesto specifico:
Rileggi questa frase pronunciata da Agnelli: «mi sono sempre trovato a scegliere quali erano i quadri e i dirigenti di questo gruppo». Agnelli usa quadri e gruppo in un’accezione specifica. Clicca la definizione che ti sembra più corretta nel contesto:
Quadro
Gruppo
Il PIL è il Prodotto Interno Lordo, cioè il valore complessivo di tutti i servizi e i beni finali prodotti da una nazione in un anno da cui vengono sottratte le spese di gestione. PIL è un acronimo, una sigla in uso nel mondo degli affari. In questo percorso didattico ne hai già incontrati diversi: DNA, RAI, FIAT, Fabbrica Italiana Automobili di Torino; e ALFA Romeo, Anonima Lombarda Fabbrica Automobili Romeo. Eccoti qualche altra sigla in uso nel mondo del lavoro ed economico:
ABI = Associazione Bancaria Italiana
ANSA = Agenzia Nazionale Stampa Associata
CENSIS = Centro Studi Investimenti Sociali
CGIL = Confederazione Generale Italiana del Lavoro (Sindacato nazionale)
CISL = Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (Sindacato nazionale)
CONFCOMMERCIO = Confederazione generale del Commercio
CONFINDUSTRIA = Confederazione generale dell’Industria
Co.co.co = Collaborazione coordinata e continuativa (tipo di contratto di lavoro a tempo determinato)
Coop = Cooperativa (tipo di società economica)
D.O.C. = Denominazione d’Origine Controllata (degli alimenti)
D.O.P. = Denominazione d’Origine Protetta (degli alimenti)
FMI = Fondo Monetario Internazionale
ISTAT = Istituto [centrale] di Statistica
OCSE = Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico
ONG = Organizzazione Non Governativa
ONLUS = Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale
TAR = Tribunale Amministrativo Regionale
TG = Telegiornale
UIL = Unione Italiana del Lavoro (Sindacato)
Per un elenco più ampio delle Sigle in uso nella lingua italiana consulta la prima Appendice del DISC.
Nell’intervista che hai appena ascoltato hai incontrato serie di espressioni: senta, ecco, come, mah, però, diciamo, ecc. Si tratta di un insieme di parole, molto diverse tra di loro, ma che possono svolgere la stessa funzione: legare, connettere, le parti del testo.
I “connettivi” sono appunto un insieme di elementi linguistici che “connettono”, cioè legano gli elementi all’interno della frase, o le frasi tra di loro, o i periodi, fino alle più ampie parti di un testo. I connettivi possono essere di due tipi: semantici e pragmatici. I primi servono a connettere le parti sul piano del significato, i secondi caratterizzano soprattutto la comunicazione orale.
Connettivi semantici sono: le congiunzioni (e, o, ma, perché, sebbene, ecc.), alcuni avverbi (oggi, sempre, sopra, infatti, talvolta) alcune espressioni fisse, come le locuzioni avverbiali a causa di, per colpa di, ecc. Essi possono svolgere diverse funzioni: aggiungere (Sono andato a comprare le mele e a pagare le bollette), contrapporre (Sono andato a comprare le mele ma erano finite), spiegare e integrare (Sono andato a fare la spesa, per essere più precisi, a comprare le mele), introdurre una conseguenza (Sono andato a comprare le mele, pertanto sono senza soldi), comparare (Sono andato a comprare le mele più spesso di quanto non avrei voluto).
Un gruppo particolare di connettivi sono i così detti “connettivi testuali”: essi non legano le parti della frase, ma interi blocchi del testo. Essi svolgono tutte le funzioni che abbiamo visto sopra, ma soprattutto quella additiva. Inoltre possono avere una funzione semplicemente continuativa (Mi piacciono le mele, poi ti dirò che preferisco le fuji). Più di frequente hanno una funzione enumerativa, che scandisce le parti del testo: In primo luogo ti dirò che sono andato a comprare le mele; in secondo luogo credo di essere molto stanco; infine ho deciso che d’ora in avanti non mangerò mai più una mela. Infine possono avere una funzione metatestuale: richiamando il già detto, oppure segnalando l’inizio o la fine del testo o la sua conclusione: Come vi avevo anticipato, oggi parleremo della mela. La mela è un frutto invernale, che cresce soprattutto nelle zone collinari o montuose. Vi anticipo subito, però, che si possono trovare sui nostri mercati tutto l’anno. Più avanti affronteremo il problema della loro conservazione, per ora basta precisare che, dopo la raccolta, vengono spesso tenute in frigorifero per molti mesi. Concluderemo questo incontro con un cenno alle diverse varietà che si trovano in natura.
I connettivi tipici del parlato, detti “pragmatici” (o anche “segnali discorsivi”), esistono in tutte le lingue. Possono, infatti, svolgere una funzione pragmatica o discorsiva, in inglese; well, you know, I mean, now, ecc.; in francese: voilà, donc, en fin, ecc.; in spagnolo: mire, ay; in tedesco: doch, wohl, nämlich.
Essi possono:
Riascolta, adesso, il brano di intervista.
[video:file=video/esercizi/11_ferrari/mixer_agnelli.flv]
Titolo: Intervista a Giovanni Agnelli
Programma: Mixer
Emittente: Rai Due
Data: 01/03/1984
Per gentile concessione di Rai Teche.
L’intervistatore Gianni Minoli si rivolge all’avvocato Agnelli iniziando spesso la frase con l’espressione senta, “mi ascolti”. Questa espressione è, in questo contesto, un connettivo pragmatico: essa serve a regolare i rapporti della comunicazione orale. Ti suggeriamo un insieme di funzioni che essa può svolgere, tra le quali una è errata. Quale?
Minoli utilizza spesso un altro connettivo pragmatico: l’avverbio ecco. Ti suggeriamo un insieme di funzioni che essa può svolgere, tra le quali una è errata. Quale?
I connettivi pragmatici possono presentarsi isolati, in coppia o in cumulo. L’avvocato Agnelli ricorre a due coppie di connettivi molto simili Mah vede e Mah sa. Ti suggeriamo un insieme di funzioni che Mah può svolgere, tra le quali una è errata. Quale?
E quale la funzione di vede e sa? Anche in questo caso, individua la funzione errata.
Esiste un altro gruppo di connettivi pragmatici, detto “interiezioni”; sono interiezioni oh, ah, ih, eh; oppure Fatto!, Bravo!, Fuori!, Dài! Andiamo!. Le interiezione possono esprimere anche lo stato emotivo del parlante: sorpresa, rabbia, avversione (cioè, fastidio), incredulità, ecc. Il loro significato può variare ed è determinato soprattutto dal contesto. Nel seguente brano dell'intervista ci sono due interiezioni, una delle quali ricorre due volte: Sei in grado di individuarle?
M.: Ecco, ma allora qual è l’errore più clamoroso che ha fatto nella scelta di una persona, appunto.
A.: Ah beh, questi ne ho fatto più d’uno, ma non vorrei dirle quali perché riguarda terze persone, non le voglio toccare.
[...]
M.: Ecco, ma c’è qualcosa che invidia a chi si è fatto da solo?
A.: Beh, chi si è fatto da solo ha certamente una vita più avventurosa, una vita di maggiori rischi e più avventurosa, ma io… mi faccia pensare a cosa non invidio a quelli che si sono disfatti da soli, quanti ce ne sono.