Le completive che compongono le frasi riportate nella pagina precedente sono tutte di forma esplicita; esse, cioè, sono formate da un verbo al congiuntivo (che è appunto un modo “finito”) introdotto da “che” (io credo che venga…) o all’indicativo (per i diversi usi del congiuntivo e dell’indicativo vai al percorso La canzone italiana dagli anni Settanta agli anni Novanta).
Esse potrebbero anche presentarsi in forma implicita, cioè con il verbo all’infinito semplice o preceduto da di. Un verbo di forma implicita, però, non esprime il soggetto, esso pertanto deve essere identificabile attraverso altri elementi della frase. Come vedrai fra poco, una completiva oggettiva di forma implicita si può avere solo se il suo soggetto coincide o con quello della proposizione centrale oppure con un suo argomento. Nelle frasi seguenti il soggetto delle oggettive coincide con quella della frase centrale.
Completiva oggettiva esplicita | Completiva oggettiva implicita |
Credo che uscirò più tardi | Credo di uscire più tardi |
Temo che sarò stanco dopo il giro in bicicletta | Temo di essere stanco dopo il giro in bicicletta |
Mi ha raccontato che è andato a Roma in bicicletta | Mi ha raccontato di essere andato a Roma in bicicletta |
Come hai potuto notare, in questi esempi in cui tra la principale e l’oggettiva c’è una relazione di contemporaneità, nel passaggio dalla forma esplicita a quella implicita cambia solo la forma del verbo: che uscirò → di uscire; che sarò → di essere; che è andato → di essere andato.