Questa sequenza di busti mostra efficacemente l’evoluzione della linea della figura femminile nel corso del periodo cosiddetto Belle époque:
1. Il primo, datato 1896, è la linea che chiude il secolo, il “vitino di vespa”che porta in alto il seno e fa decollare dai fianchi verso terra le leggere gonne fruscianti, libere da tournure e cuscinetti ma arricchite verso il basso di rouches e trine a formare nel movimento una forma a “convolvolo”, esaltata al massimo nel frenetico ballo del can-can.
2. All’inizio del secolo trionfa la linea ad “S”, favorita dal corsetto, qui datato 1906, che spinge in avanti il busto e inarca la schiena all’indietro in un movimento piuttosto innaturale, ma che definisce bene la attitudine voluttuosa della “femme fatale” come la Bella Otero. Conformemente le gonne fluiscono lungo i fianchi per liberare l’ampiezza verso il basso con un accenno, specie nelle occasioni eleganti , a uno strascico che accompagnasse la verticalità a cui tendeva la figura. All’inizio del periodo si accentuava la prominenza in avanti del busto con l’uso del cosiddetto remboursé, tanto per francesizzare anche un semplice sbuffo della parte davanti del corpino che “sgonfiottava” sopra la cintura.
3. La “rivoluzione Poiret” non aveva propriamente abolito il busto, ma lo aveva reso meno costrittivo, almeno per la respirazione. Una guaina attillata lunga fin sotto i fianchi, che fungeva anche da reggicalze e non molto più comoda dei predecessori, serviva questa volta a contenere le rotondità , esaltando una magrezza che voleva essere il nuovo simbolo dell’immagine femminile ed annunciava la tendenza all’androgino a venire. 4. Nel dopoguerra un riposizionamento ulteriore delle proporzioni del busto tenderà ormai ad ammorbidire e liberare la linea da eccessivi artifici, in attesa di essere accantonato del tutto.
Fonte dell'immagine: Wikimedia Commons. Licenza: pubblico dominio.