8. Andrea Palladio

Arti
Villa Almerico Capra, detta La Rotonda, Vicenza. Foto di Hans A. Rosbach.

Andrea di Pietro della Gondola, detto Andrea Palladio, nasce a Padova nel 1508 dal mugnaio Pietro. Inizia a lavorare come lapicida prima a Padova, poi a Vicenza nella bottega dello scultore Gerolamo Pittoni e del costruttore Giovanni di Giacomo da Porlezza. Nel 1537 circa conosce il letterato Gian Giorgio Trissino, che diventa suo protettore e che probabilmente gli dà il nome classicheggiante di Palladio. Trissino guida Andrea allo studio dell’architettura classica e lo introduce presso l’aristocrazia vicentina. Il suo primo progetto come architetto è la villa Godi di Lonedo di Lugo in provincia di Vicenza (1537-1542 c.), nuova tipologia di residenza di villa di campagna in cui la tecnica costruttiva locale si coniuga con l’arte classica.

 

Nonostante da tempo si occupi di progetti e di disegni, e da tempo studi l’architettura moderna e classica (Giulio Romano, Sansovino, Serlio, Vitruvio), solo dal 1540 Palladio si occupa stabilmente di architettura. Nel 1541, assieme a Trissino, compie il primo di numerosi viaggi a Roma per studiare l’architettura antica e contemporanea. Negli anni successivi riceve una serie di importanti commissioni quali la villa Pisani a Bagnolo (1542-1545) e la risistemazione del palazzo della Ragione, detto Basilica, di Vicenza (1546). Palladio ingloba il preesistente edificio gotico in un elegante loggiato caratterizzato a due ordini di serliane[1]. I lavori, iniziati nel 1549, terminarono nel 1614. Grazie a questo incarico, Palladio diventa l’architetto più richiesto di Vicenza. Per la famiglia Chiericati progetta nel 1550 l’imponente palazzo a pochi passi dalla Basilica, con due ali a doppio loggiato leggermente arretrate rispetto al corpo centrale entro cui si apre il luminoso salone.

 

Nel 1550 Palladio stringe un rapporto di amicizia e collaborazione con l’architetto e umanista veneziano Daniele Barbaro, assieme al quale cura la prima edizione critica del De architectura di Vitruvio (1556). I due compiono un viaggio a Roma nel 1554, durante il quale Palladio compila il volume L’antichità di Roma.

 

I progetti cui l’architetto si dedica sono molteplici, privati, religiosi e civili; la villa suburbana della famiglia Barbaro a Maser (1560 c.), in provincia di Treviso, si configura come punto di arrivo nella tipologia degli edifici di campagna pensati per essere, anche, fulcro di un’attività produttiva. La villa si sviluppa su un unico piano con il corpo centrale più elevato e coronato da un timpano, affiancato da due ali laterali porticate dette barchesse, riservate a deposito di prodotti e attrezzi, o come abitazioni dei contadini. La decorazione della villa è affidata a Paolo Veronese e aiuti.

 

Negli anni Sessanta, Palladio riceve importanti commissioni a Venezia, come la progettazione della chiesa di S. Giorgio Maggiore realizzata con pianta longitudinale in ossequio alle disposizioni del concilio di Trento, o ancora la chiesa del Redentore, nell’Isola della Giudecca, commissionata nel 1576 come ex voto dopo una terribile epidemia di peste. Qui Palladio, che dal 1570 è l’architetto ufficiale della Serenissima, cerca di armonizzare la struttura del tempio antico con quello a navate della chiesa cristiana. Dietro il bianco frontone classico si alza la rosea cupola emisferica; ai lati della navata centrale, coperta da una volta a botte, si apre una serie di cappelle che sostituiscono le navate laterali.

 

Nel 1566 il nobile Paolo Almerico gli affida il progetto di Villa Almerico Capra, detta la Rotonda; edificata su una collinetta, diventerà il prototipo di villa-tempio con funzioni di rappresentanza, ma anche di meditazione e di studio. La sua pianta quadrata è perfettamente inscrivibile in un cerchio, con quattro facciate dotata ciascuna di un avancorpo e di una loggia; ciascuno dei quattro ingressi conduce alla sala centrale rotonda, sormontata da una cupola.

 

Gli anni Settanta sono per Palladio estremamente produttivi: nel 1570 pubblica I quattro libri dell’architettura, cui lavora fin dalla giovinezza, in cui espone oltre ai principi teorici una notevole quantità di disegni e progetti, anche propri, relativi all’edilizia pubblica e privata e alla città. Nel 1571 avvia la costruzione della loggia del Capitaniato a Vicenza, che rimane incompiuta, così come rimane incompiuto il Teatro Olimpico di Vicenza, progetto consegnato nel 1580, primo teatro stabile di epoca moderna esemplato sul teatro vitruviano, dotato di una cavea per il pubblico e un proscenio con scena fissa classicheggiante, ornata da colonne, lesene, edicole e statue. Nello stesso anno Palladio muore, in modeste condizioni economiche, a Vicenza e il Teatro verrà completato da Vincenzo Scamozzi.

 

L’influenza esercitata da Palladio sull’architettura occidentale è enorme; grazie anche all’immediata diffusione de I quattro libri dell’architettura, più volte ristampati e tradotti in varie lingue, si afferma uno stile architettonico detto “palladianesimo” ispirato ai suoi disegni e alle sue opere, ma che poi evolve come stile autonomo fino alla fine del XVII, influenzando in maniera determinante l’architettura neoclassica.

 

Bibliografia: L. Puppi, Andrea Palladio, Milano, Electa, 1973; G. Beltramini, Palladio privato, Venezia, Marsilio, 2008; Palladio. Catalogo della mostra Palladio 500 anni (Vicenza, 2008-2009), a cura di G. Beltramini e H. Burns, Venezia, Marsilio, 2008.



[1] Serliana: elemento architettonico composto da un arco a tutti sesto affiancato da due aperture sormontate da un architrave. Fra l’arco e le due aperture sono collocate due colonne.

 

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