Pubblicato nel 1941, il romanzo suscita scalpore perchè racconta la passione incestuosa di Talino per Gisella, che culmina nel delitto. A narrare la storia in prima persona è Berto, un operaio torinese, in carcere per aver investito un ciclista. Suo compagno di cella è Talino, un contadino condannato per aver dato fuoco a una casa. Scontata la pena, Berto segue Talino nella sua cascina in campagna e lì conosce Gisella, sorella di Talino, che, come scoprirà in seguito, le aveva usato violenza. In una tensione crescente, il dramma scoppia all'improvviso durante la mietitura. Talino, eccitato dal caldo e dalla gelosia uccide Gisella conficcandole nel collo il tridente, uno strumento usato per raccogliere i covoni del grano.