"Sior Todero Bontolon"

    Letteratura e teatro

    Todero è un vecchio avaro, autoritario e sospettoso che si ritiene paron della vita dei suoi familiari e li tiene sottomessi, in particolare il figlio Pellegrin, di carattere debole: mi non so gnente è la sua unica risposta. Riescono a tenergli testa il servitore Gregorio, che si prende gioco di lui, e la nuora Marcolina che, al contrario del marito, ha un carattere forte e deciso. Marcolina, infatti, non accetta che la figlia Zanetta sia maritata con Nicoletto, figlio di Desiderio, un agente di Todaro, ladro e imbroglione, e cerca di combinare un matrimonio con Meneghetto, onesto gentiluomo, aiutata dalla sorella di lui, la siora Fortunata. Di Nicoletto è innamorata Cecilia, la cameriera di Marcolina, e l’astuta nuora di Todaro farà di tutto perché i due riescano a sposarsi. Alla fine, tra inganni e colpi di scena, il vecchio avaro dovrà scendere a patti con i suoi familiari.


    Sior Todaro brontolon ripropone una figura tipica del teatro antico: il vecchio sospettoso e tirannico che alla fine viene sottomesso e burlato. Viene rappresentata nel gennaio 1762 al Teatro San Luca e replicata per dieci sere, nonostante la concorrenza della commedia Re Cervo di Carlo Gozzi, messa in scena nello stesso periodo. Il successo di questa opera di Goldoni continua nell’Ottocento e nel Novecento grazie alle interpretazioni magistrali di attori come Cesco Baseggio e Giulio Bosetti.

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