Storia di una capinera ha forma epistolare: consiste in una serie di lettere che Maria, la giovane educanda protagonista del romanzo, scrive a Marianna, un tempo sua compagna di convento e ora sposa felice. Maria, rimasta orfana, a causa delle ristrettezze economiche della famiglia, a sette anni era stata chiusa in un monastero di Catania perché diventasse suora di clausura. Durante l'epidemia di colera che colpisce la città , Maria si trasferisce nella casetta del padre sul Monte Ilice da dove inizia a scrivere all'amica. Dopo poco tempo conosce Nino e s'innamora di lui, ricambiata. L'epidemia finisce e Maria deve tornare in convento. Nella triste vita di clausura la fanciulla ha come unico conforto le lettere che scambia con Marianna, dove racconta i pensieri e i desideri che la tormentano, minandole il corpo e lo spirito. Quando riceve la notizia che Nino ha sposato Giuditta, la sua sorellastra, Maria, disperata, prende i voti. Ma essere diventata suora non placa i sentimenti dell’infelice che continua ad amare Nino e a sentirsi in colpa per questo. Ad accrescere il suo tormento c'è la scoperta che dalla terrazza del monastero può vedere la casa degli sposi e spiare la loro vita, quella vita che a lei è negata per sempre. Maria impazzirà , e solo la morte porrà fine alla sua disperazione.
Lo scrittore compone Storia di una capinera a Firenze, nell'estate del 1869. Tornato a Catania, la spedisce all'amico Francesco Dall'Ongaro, che ne rimane entusiasta e riesce a farlo pubblicare prima a puntate sulla rivista milanese Corriere delle dame (maggio-agosto 1870) con il titolo La capinera e poi in volume nel 1871, riscuotendo un grandissimo successo di pubblico.