L’ampio romanzo I vecchi e i giovani, scritto tra il 1906 e il 1909 e comparso in volume nel 1913, analogamente al romanzo I Viceré di De Roberto ì, narra le vicende politiche siciliane e italiane tra il 1892 e il 1893, secondo la prospettiva dei componenti della nobile famiglia Laurentano di Girgenti. Le vicende narrate mettono in evidenza il conflitto generazionale tra coloro che sono stati protagonisti degli ideali risorgimentali e coloro, i più giovani, che si trovano di fronte alla delusione politica derivante dal contrasto tra ideali e comportamenti reali. In questo romanzo, non c’è un eroe centrale, ma una molteplicità di personaggi che dà luogo a diversi punti di vista, secondo la tecnica della scomposizione già praticata in Il fu Mattia Pascal; una scomposizione che finisce con il generare un’esplosione di comportamenti assurdi e grotteschi, secondo la teoria pirandelliana sull’umorismo. È il romanzo della politica come illusione prima, e come amara disillusione poi, che raffigura un mondo tardo-ottocentesco ormai proiettato nella dimensione dell’insensatezza.