Roma millenaria

Elenchi
11
Immagine di copertina

Viaggio attraverso la città di Roma, dalle sue mitiche origini fino ai nostri giorni, con due approfondimenti sulle fontane e sugli obelischi romani: occasioni per scoprire alcuni aspetti meno noti della città eterna.

Autore: Valentina Gallo
Livello linguistico: B+
Obiettivi contenutistici: Presentazione di Roma e della sua storia.
Indici linguistici: le completive soggettive.

Livello linguistico (Quadro comune europeo di riferimento):

B+

 

Area tematica:

Città d’arte: Roma

 

Obiettivi contenutistici:

Presentazione di Roma e della sua storia

 

Obiettivi linguistici:

Completive soggettive

 

Testi:

“Italia che vai”;

“Occhio al monumento”;

“Italia che vai”.

 

Links:

Scheda linguistica sull’italiano regionale del Lazio;

http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/
http://www.capitolium.org/italiano.htm
http://archeoroma.beniculturali.it/siti-archeologici/colosseo
http://www.museodellemuraroma.it/

 

Tempo necessario:

1h30’ circa.

 

Autore:

Valentina Gallo

 

Presentazione:

In questo percorso ti presentiamo alcuni aspetti della città di Roma. Scoprirai dapprima le sue mitiche origini. Proseguirai poi nella Roma del Cinquecento, osservando i grandiosi obelischi che in quel periodo furono innalzati nelle piazze cittadine. Infine potrai apprezzare un elemento tipico della Roma barocca, le sue sfarzose e originali fontane.

Roma, la città eterna

“La città eterna”: questa è l’espressione con cui, spesso, si indica Roma, la capitale dello Stato italiano. L’espressione allude all’antichità della città, che fu fondata, secondo quanto narra la leggenda, nel 753 a.C. Da allora in poi, Roma è stata dapprima il centro dell’Impero romano; poi è divenuta la capitale della cristianità, in quanto sede del papa e centro dello Stato Pontificio. Solo nel 1870 essa fu conquistata dallo Stato italiano che ne fece la sua capitale.

 

Oggi essa è, di fatto, la capitale di due stati: il Vaticano e la Repubblica Italiana.

Roma: patrimonio dell’Umanità

La sua ricchezza artistica ne fa un vero e proprio museo a cielo aperto, tanto che dal 1980 l’UNESCO l’ha dichiarata “patrimonio dell’Umanità”.

 

Essa conserva tracce della sua antichissima storia:

 

1. Le rovine e i resti degli edifici romani, sparsi nel centro storico e nelle immediate vicinanze

Resti del foro romano

 

 

2. La struttura urbanistica della città medievale, nei quartieri intorno a Piazza Navona

Casa medievale, via Madonna dei Monti

 

 

3. L’armonia dell’arte del Rinascimento

Tempietto di San Pietro Montorio

 

 

4. Lo splendore del Barocco nelle sue chiese e nelle sue piazze

Cupola di sant'Ivo alla Sapienza

 

 

5. La monumentalità dell’architettura di “Roma capitale” (fine Ottocento), nei quartieri Prati e Nomentano

Palazzo di Giustizia

 

 

6. Il liberty del quartiere Coppedè (così chiamato dal nome dell’architetto che lo progettò)

Palazzo Mincio-Coppedè

 

 

7. L’architettura razionalista del Ventennio fascista all’Eur

Palazzo della Civiltà Italiana

 

 

Pronto per la gita turistica? Si parte.

Roma millenaria - la leggenda di Romolo e Remo

La Lupa, simbolo di RomaCominciamo dall’inizio. Dalla fondazione della città. Nel prossimo video Elisa Isoardi ed il prof. Andrea Carandini narrano la nascita di questa città, secondo la leggenda di Romolo e Remo, due gemelli figli di Rea Silvia, discendente di Enea. Rea Silvia era una sacerdotessa che aveva fatto voto di castità. Marte, però, riuscì a possederla. Dalla loro unione nacquero due gemelli, Romolo e Remo. I due neonati furono messi in una cesta e abbandonati sul fiume Aniene. Sulle sponde dell’Aniene sarebbero stati trovati e allattati da una lupa, che è ancora oggi il simbolo di Roma.

 

Elisa Isoardi e il prof. Carandini si trovano sull’antico Colle Remorio, oggi detto “Aventino Piccolo” o Monte Murco. Il video che vedrai fra poco racconta della leggenda di Romolo e Remo, da cui ebbe origine la città di Roma. Dietro la leggenda si intravede lo scontro di due poteri: quello del re, rappresentato da Romolo, quello dei “baroni” che controllavano piccoli territori.

Approfondimenti

L’italiano parlato a Roma ha delle spiccate caratteristiche, clicca qui per imparare a riconoscerle.

 

[video:file=video/esercizi/13_roma/romolo_remo.flv]

Titolo: La leggenda di Romolo e Remo

Programma: Italia che vai

Emittente: Rai Uno

Data: 17/03/2007

Per gentile concessione di Rai Teche.

Esercizi

Il professor Carandini afferma che Roma viene fondata a partire da:

  • Un delitto.
  • Un matrimonio.
  • Un sacrificio umano.

Dove era il tempio sacro a Giove Laziale?

  • Sull’Aventino piccolo.
  • Sul Monte Albano o Cavo.
  • Sull’Aventino grande.

Chi riceve gli auspici migliori per la fondazione della città di Roma?

  • Remo.
  • Nerone.
  • Romolo.

Ricevuti gli auspici, Romolo traccia il perimetro delle mura cittadine intorno:

  • Alla Basilica di Massenzio.
  • Alla collina Velia.
  • Al Palatino.

Nell’antica Roma, qual era la pena per chi violava un luogo “santo”?

  • L'esilio.
  • La morte.
  • Il pagamento di una somma in denaro.

Esercizi

La leggenda della fondazione di Roma narra che Romolo e Remo, prima di scegliere il luogo dove costruire le mura cittadine, si rivolsero verso il Monte Albano, dove c’era il tempio di Giove Laziale, e dal volo degli uccelli “ricevettero gli auspici”. La parola “auspicio” ha diversi significati a seconda del contesto storico in cui viene usata. Tra quelli indicati dal Disc, scegli il più appropriato a questo contesto:

  • Previsione fatta sulla base del volo degli uccelli.
  • Segno premonitore.
  • Augurio.
  • Protezione, patrocinio.

Andrea Carandini afferma che «Remo osserva la fondazione». Il verbo “osservare” ha diversi significati, scegli quello adatto al contesto:

  • Guardare con attenzione.
  • Notare, rilevare qualcosa di particolare.
  • Rispettare una regola o un impegno.

Che cosa voleva dire, in latino, sanctus?

  • Santo.
  • Inviolabile.
  • Puro.

Che cos’è un sacrilegio?

  • Un atto di devozione alla divinità.
  • Un gesto di irrispettoso contro la divinità.
  • Un sacramento.

Bisogna...

Foro romano Il Foro romano [Il centro amministrativo dell’antica Roma era il Foro. Del Foro Imperiale restano le suggestive rovine, proprio nel cuore della città odierna. Se vuoi approfondire clicca qui]

Nel video che hai appena ascoltato, Andrea Carandini usa le seguenti espressioni:

1. "Bisogna trovare un punto alto".

2. "Bisogna sopprimere il gemello".

 

Le due frasi sono composte da un verbo centrale, bisogna, sempre alla terza persona singolare, il cui soggetto è rappresentato da una proposizione. Le proposizioni che svolgono la funzione di soggetto fanno parte del nucleo della frase [vedi anche Frasi completive soggettive], lo completano con un argomento obbligatorio e pertanto sono dette “completive”. Proposizioni completive sono anche le “oggettive” che svolgono la funzione di complemento oggetto [vedi anche Frasi completive oggettive dirette e Frasi completive oggettive indirette], vedi il percorso In bicicletta lungo le strade d’Italia.

 

Visita/visitare; passeggiata/passeggiare…

Osserva, adesso, il seguente elenco di frasi soggettive: nella colonna di sinistra il soggetto è nominale, in quella di destra è invece rappresentato da una completiva soggettiva (vedi il percorso In bicicletta lungo le strade d’Italia).

 

Soggetto nominaleProposizione soggettiva
Mi basta la visita del Palatino.Mi basta visitare il Palatino.
La vista di Roma in questa stagione è molto bella.Vedere Roma in questa stagione è molto bello.
Ti è piaciuta la passeggiata tra le rovine di Roma?Ti è piaciuto passeggiare tra le rovine di Roma?
La conoscenza della storia aiuta a capire il presente.Conoscere la storia aiuta a capire il presente.
Mi costa molto la rinuncia alla gita sull'Aventino.Mi costa molto rinunciare alla gita sull'Aventino.
Secondo l'antica legge romana, era giusto il sacrificio di Remo agli dei.Secondo l'antica legge romana, era giusto sacrificare Remo agli dei.

 

Il Colosseo

Il Colosseo [Il Colosseo, l’antico teatro di Roma dove si svolgevano gli spettacoli dei gladiatori è l’edificio più noto di Roma. Se vuoi saperne di più clicca qui]

 

Nel passaggio dalla colonna di sinistra a quella di destra i nomi sono stati sostituiti dai rispettivi verbi:

 

1. visita -> visitare

2. vista -> vedere

3. passeggiata -> passeggiare

4. conoscenza -> conoscere

5. rinuncia -> rinunciare

6. sacrificio -> sacrificare

 

Mi basta che/di…

Le proposizioni soggettive possono essere in forma esplicita o implicita (per la distinzione, vai al percorso In bicicletta lungo le strade d’Italia). Osserva i seguenti esempi:

 

Appia anticaLa via Appia antica [Poco visitata dai turisti, la via Appia Antica è una delle strade meglio conservate e suggestive dell’antica Roma. Essa collegava la capitale con Brindisi, in Puglia, il porto di collegamento con la Grecia]

1. Basta salire sul colle Palatino per godere di una magnifica vista su Roma.

2. Mi basta salire sul colle Palatino per godere di una magnifica vista su Roma.

3. Basta che si salga sul colle Palatino per godere di una magnifica vista su Roma.

4. Basta che tu salga sul colle Palatino per godere di una magnifica vista su Roma.

 

Nelle frasi che hai appena letto, le proposizioni soggettive sono sempre rette da un verbo alla terza persona singolare, ma si presentano in forma implicita (1 e 2) o in forma esplicita introdotte da che e con il verbo al congiuntivo (per il modo congiuntivo vai al percorso La canzone italiana dagli anni Cinquanta agli anni Sessanta). (3 e 4).

Implicita o esplicita?

Piazza del CampidoglioPiazza del Campidoglio [Il Campidoglio, oggi sede del Comune di Roma, era in origine uno dei sette colli sui quali sorgeva la città; sulla sua cima c’era, in epoca antica, un tempio, dedicato a Giove Capitolium (da cui il nome “Campidoglio”). Il colle divenne la sede del Senato Romano nel Quattrocento. Agli inizi del Cinquecento Michelangelo ridisegnò la piazza, al cui centro c’è la statua equestre di Marco Aurelio, il filosofo-imperatore]

La forma esplicita e quella implicita sono possibili se il soggetto della soggettiva coincide con un argomento del verbo centrale (cioè quello della proposizione reggente). Di solito, inoltre, se il soggetto del verbo centrale coincide con quello della soggettiva, si usa solo la forma implicita:

 

EsplicitaImplicita
-

Mi ha fatto piacere percorrere con te l'antica Via Appia.

 

Al contrario se il soggetto non coincide è possibile solo la forma esplicita:

 

EsplicitaImplicita

Mi ha fatto piacere che Marco abbia percorso l'antica Via Appia.

-

Mi basta che io…

Castel Sant’Angelo, già Mausoleo d’AdrianoCastel Sant’Angelo, già Mausoleo d’Adriano [Come il Campidoglio, anche Castel Sant’Angelo, altro edificio simbolo di Roma, testimonia la straordinaria vitalità di questa città. La parte centrale del castello, infatti, è di epoca romana. Essa fu voluta dall’imperatore Adriano, che vi si fece seppellire. Nel Medioevo divenne una torre fortificata e sicura, dove il pontefice poteva rifugiarsi in caso di pericolo. All’inizio del Cinquecento, il pontefice Alessandro VI lo fece ampliare e dotare di eleganti spazi affrescati. In seguito e per tutto l’Ottocento, divenne un terribile carcere (vi fu rinchiuso, tra gli altri, l’orafo e scultore Benvenuto Cellini). Proprio alla fine del secolo, Giacomo Puccini vi ambientò il terzo atto della “Tosca”. Oggi è divenuto uno dei musei più visitati di Roma.]

Se, invece, voglio dare risalto al soggetto della proposizione centrale, allora posso utilizzare anche la forma esplicita:

 

1a. Mi basta che io sia felice (= mi basta che sia felice soltanto io).

1b. Mi basta essere felice.

 

2a. Sono contento che io sia riuscito a vedere Roma (= sono contento che anch’io sia riuscito a vedere Roma).

2b. Sono contento di essere riuscito a vedere Roma.

Esercizi

Completa le seguenti frasi; attenzione, però, non sempre è possibile. Alcune delle seguenti soggettive, infatti, non ammettono o la forma esplicita o quella implicita.

Proposizione soggettiva esplicitaProposizione soggettiva implicita
Sono felice che tu venga.Sono felice blah.
Sei felice blah?Sei felice di venire?
Bisogna che io vada a Roma.Bisogna blah Roma.
Mi pare blah stanco.Mi pare di essere stanco.
E' giusto che tu paghi il biglietto della metro.E' giusto blah il biglietto della metro.
Mi costa molto blah alla gita sui colli Albani.Mi costa molto rinunciare alla gita sui colli Albani.
Mi costa molto che tu rinunci alla gita sull'Appia antica.Mi costa molto blah alla gita sull'Appia antica.
Le antiche mura aureliane

Le antiche mura aureliane [Castel Sant’Angelo è inserito nel tracciato delle mura cittadine. Le mura furono costruite dall’imperatore Aureliano nel III secolo. Da allora hanno conosciuto molte modifiche. Oggi sono in parte integrate nel tessuto cittadino, in parte visitabili. Vi si accede dalla porta di San Sebastiano, sulla via Appia Antica: per saperne di più clicca qui]

Dall'Egitto a Roma: gli obelischi

L'obelisco di Piazza del Popolo

Passeggiando per le vie e le piazze del centro di Roma, capita spesso di vedere degli insoliti monumenti: gli obelischi. Il nome “obelisco” deriva dal greco obelos, “spiedo” (cioè lunga asta appuntita). L’obelisco è un monumento di origine egiziana, alto e stretto, la cui punta è a forma piramidale. La sua forma doveva simboleggiare un raggio del Dio Sole, a cui era, appunto, dedicato. Esso veniva scolpito in un unico blocco di pietra, inciso con geroglifici (i segni dell’alfabeto egiziano) ed eretto davanti all’ingresso dei tempi.

 

Gli obelischi romani furono importati dopo la conquista dell’Egitto (avvenuta nel 31 a.C.). Essi furono impiegati per ornare i monumenti e i luoghi pubblici più importanti.

 

Molti secoli più tardi, alla fine del Cinquecento, la cultura e l’arte egiziana tornarono ad affascinare gli uomini di cultura e gli artisti romani. Sisto V, papa dal 1585 al 1590, infatti, diede alla città di Roma una nuova veste architettonica: non soltanto finanziò molte opere cittadine, ma volle anche costruire una grande strada, via Sistina. Sul suo tracciato originario, che collegava piazza San Giovanni in Laterano con Trinità dei Monti, Sisto V fece inserire diversi obelischi, tutt’oggi visibili.

 

Nel prossimo video scoprirai alcuni di questi monumenti e ne conoscerai la storia.

Gli obelischi di Roma

L’obelisco di Axum, davanti alla sede della Fao di Roma. Nel 2005 esso fu restituito all’Etiopia, da cui era stato trasferito durante il colonialismo

Gli obelischi di Roma sono tredici. Non tutti sono egiziani. Alcuni furono fatti costruire in epoca romana. Uno di questi veniva dall’Etiopia: esso è stato restituito al paese d’origine nel 2005.

 

Nel prossimo video scoprirai:

1. L’obelisco Vaticano, in piazza San Pietro;

2. L’obelisco Lateranense, in piazza S. Giovanni in Laterano;

3. L’obelisco di Dogali, in via delle Terme di Diocleziano;

4. L’obelisco Sallustiano, in piazza Trinità dei Monti;

5. L’obelisco del Pantheon, in piazza della Rotonda;

6. L’obelisco della Minerva, in piazza della Minerva.

 

Buona visione.

 

[video:file=video/esercizi/13_roma/obelischi.flv]

Titolo: Gli obelischi di Roma

Programma: Occhio al monumento - Roma

Emittente: Rai Tre

Data: 19/11/2003

Per gentile concessione di Rai Teche.

Esercizi

Rispondi alle seguenti domande.

 

Si è a lungo creduto che l’obelisco Vaticano, oggi in piazza San Pietro, fosse stato importato da Gerusalemme a Roma da:

  • Sisto V.
  • Giulio Cesare.
  • Virgilio.

In verità esso fu importato dall’Egitto da:

  • Caligola.
  • Salomone.
  • Virgilio.

La statua di Marc’Aurelio a cavallo era in origine in piazza San Giovanni in Laterano. Sisto V la fece spostare, e fece mettere al suo posto l’obelisco Laterano. Il più alto di Roma. Da chi fu importato?

  • Augusto Imperatore.
  • Marc’Aurelio.
  • L’imperatore Costante.

Perché la piazza davanti alla stazione ferroviaria di Roma si chiama “Dei Cinquecento”?

  • In memoria della Roma del XVI secolo.
  • In memoria dei 548 soldati italiani morti nel tentativo di conquistare l’Eritrea nel 1887.
  • In memoria dei Cinquecento soldati eritrei morti nella battaglia di Dogali.

Chi costruì la scalinata di Trinità dei Monti, a piazza di Spagna?

  • Pio VI.
  • Sisto V.
  • Francesco De Sanctis.

Chi era Pietro Baialardo?

  • Un negromante.
  • Un architetto.
  • Un cultore dell’arte egizia.

Cosa fece Bernini per vendicarsi del frate domenicano che lo aveva costretto a modificare il progetto per l’obelisco della Minerva?

  • Lo denunciò al papa.
  • Lo ridicolizzò nel romanzo che scrisse.
  • Posizionò l’elefante che sorregge l’obelisco in modo tale che mostri il sedere davanti al convento domenicano della Minerva.

Esercizi

Pietro Baialardo è una figura fiabesca, legata al folklore abruzzese, campano e romano e all’occulto. Nel video che hai appena visto si accenna ad una leggenda legata al suo nome: alla fine della sua vita, Baialardo giunse a Roma per convertirsi al Cristianesimo; uscito dalla chiesa incontrò un diavolo che gli chiese un compenso; Baialardo gli diede un pugno di noci e si rifugiò nuovamente in chiesa; secondo la leggenda il diavolo, per la rabbia, sprofondò, scavando il fossato che circonda la Chiesa del Pantheon a Roma. Nel video che hai appena visto, si dice che Baialardo era un negromante. Cosa vuol dire questa parola?

  • Un mago.
  • Un uomo di colore.
  • Un uomo che si batteva per i diritti della gente di colore.

Per indicare il tentativo di conquistare la colonia Eritrea da parte dell’esercito italiano lo speaker usa il termine “maldestro”. “Maldestro” è una parola composta formata da “male + destro”. La parola “destro” ha diversi significati. Scegli, tra i seguenti, quello che ti sembra più appropriato al contesto.

  • Che è alla destra di una persona.
  • Svelto, agile.
  • Nel pugilato, il colpo dato con la mano destra.
  • Momento opportuno, l’occasione giusta.

Mamma Utte è il nome storpiato con cui in romanesco si indica:

  • La chiesa del Pantheon.
  • La chiesa dove si confessò Pietro Baialardo.
  • La chiesa di San Macuto, santo vescovo bretone, sotto la quale fu ritrovato nel Settecento l’obelisco ora davanti al Pantheon di Roma.

Il frate domenicano che si oppose al monumento progettato da Bernini usa un’espressione latina per definire l’elefante che doveva sorreggere l’obelisco, inter vacuo: cosa vuol dire?

  • Pieno d’acqua.
  • Cavo in mezzo.
  • Sgraziato.

Che = Il fatto che…

L'obelisco di Marconi, così chiamato perché dedicato a Guglielmo Marconi, eretto nel 1959 nel quartiere razionalista dell'EUR

Osserva, adesso, le seguenti frasi che riprendono alcune delle informazioni del video che hai appena visto.

 

Che + cong.Il fatto che + cong.
Che ci siano tanti obelischi a Roma mi sorprende.Il fatto che ci siano tanti obelischi a Roma mi sorprende.
Che l’obelisco di San Pietro sia stato importato per volere di Virgilio sembra oggi improbabile.Il fatto che l’obelisco di San Pietro sia stato importato per volere di Virgilio sembra oggi improbabile.
Che si dedicasse una piazza ai caduti di Dogali rientrava nelle strategie celebrative del Fascismo.Il fatto che si dedicasse una piazza ai caduti di Dogali rientrava nelle strategie celebrative del Fascismo.

 

Ti sarai accorto che le frasi della prima colonna iniziano tutte con una proposizione soggettiva al congiuntivo introdotta da che. Come dimostrano le frasi della seconda colonna, quel che è in realtà la riduzione di «il fatto che».

 

La prima forma è la più usata, soprattutto nel linguaggio colloquiale. Nell’italiano più controllato, invece, e soprattutto nello scritto, è facile trovare la soggettiva introdotta da «il fatto che».

Le fontane di Roma

Una delle più eleganti fontane di Roma, quella delle Tartarughe, a piazza Mattei

Oltre agli obelischi, c’è un altro elemento architettonico che caratterizza le piazze romane: le fontane. A Roma esistono circa duemila fontane monumentali. Un numero altissimo, che testimonia la ricchezza idrica del sito urbano.

 

Le fontane esistevano già in età romana: di una di queste sono ancora visibili i resti nei pressi del Colosseo. È la fontana triangolare, a terra, detta del “Ludus magnus”.

Fontana del Ludus Magnus

Durante il Medioevo le fontane venivano, invece, costruite soprattutto a parete, con una o più “bocche” dalle quali usciva l’acqua. Fu durante il Cinquecento e il Seicento, però, che le fontane divennero un elemento ricorrente nella “scenografia” cittadina.

 

Nel prossimo video, la conduttrice televisiva, Tessa Gelisio, te ne mostrerà quattro. Sono quattro tra le fontane barocche più spettacolari della città. Osserva e ascolta con attenzione.

 

[video:file=video/esercizi/13_roma/fontane.flv]

Titolo: Le fontane barocche

Programma: Italia che vai

Emittente: Rai Uno

Data: 12/04/2003

Per gentile concessione di Rai Teche.

Esercizi

La prima fontana che ti è stata presentata è la:

  • Fontana di Trevi.
  • Fontana del Tritone.
  • Fontana dei Quattro fiumi.

Chi realizzò la Fontana del Tritone?

  • Gianlorenzo Bernini.
  • Pietro Bernini, il padre di Gianlorenzo.
  • Un anonimo.

Che cosa si faceva, fino all’Ottocento, in piazza Navona?

  • La corsa dei carri.
  • Il mercato ortofrutticolo.
  • Battaglie navali.

Una delle tante leggende romane racconta che chi visita piazza Navona e gira intorno alla fontana dei Quattro fiumi in senso antiorario…

  • Perderà l’amato o l’amata.
  • Perderà i capelli.
  • Non tornerà più a Roma.

In memoria di quale evento fu costruita la fontana di Piazza di Spagna, la “Barcaccia”?

  • In ricordo della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo nel 1492.
  • In ricordo di San Pietro, che era un pescatore ed è, insieme a San Paolo, il santo protettore di Roma.
  • In ricordo della straordinaria alluvione che colpì Roma nel 1598, così violenta che le acque trasportarono una barca al centro della piazza.

L’ultima fontana che hai visto è “Fontana di Trevi”. Nel video è inserito uno spezzone di uno dei film italiani più famosi. L’hai riconosciuto?

  • La vita è bella di Roberto Benigni.
  • La dolce vita di Federico Fellini.
  • La ciociara di Vittorio De Sica.
Tipica fontana romana ottocentesca, detta “Nasona” per via del lungo rubinetto che ricorda la forma di un naso

Tipica fontana romana ottocentesca, detta “Nasona” per via del lungo rubinetto che ricorda la forma di un naso

Esercizi

La prima fontana che hai visto nel documentario è la “Fontana del Tritone”. Ti sei chiesto perché si chiami così?

  • Perché è al centro della piazza romana intitolata a Pietro Tritone.
  • Perché fu costruita dall’architetto veneziano Pietro Tritone.
  • Perché rappresenta un animale mitologico, metà uomo e metà pesce, chiamato “tritone”.

Nel video che hai appena visto, Tessa Gelisio usa la parola “sortilegio”. Indovina cosa significa:

  • Un piccolo cortile.
  • Un incantesimo.
  • Un evento fortunato.

Il Tevere è il terzo fiume d’Italia per lunghezza. Esso nasce in Romagna, sull’Appennino, e attraversa altre due regioni prima di arrivare nel Lazio: la Toscana e l’Umbria. Il territorio attraversato dal fiume Tevere si dice:

  • Tiberino.
  • Teverino.
  • Travertino.

Che cos’è il travertino?

  • Una pietra preziosa.
  • Un legno pregiato.
  • Un tipo di marmo.
La fontana delle Rane, a piazza Mincio, disegnata da Gino Coppedè

La fontana delle Rane, a piazza Mincio, disegnata da Gino Coppedè [Gino Coppedè fu uno dei maggiori architetti liberty italiani. Nei primi decenni del Novecento realizzò l’area urbana nel quartiere Trieste, nota come “Quartiere Coppedè”. La fontana, in stile neo-barocco, è un omaggio a quella delle Tartarughe di piazza Mattei.]

Si dice (che)...

La Fontana dei Libri nel quartiere di Sant'EustachioLa Fontana dei Libri nel quartiere di Sant’E
La Fontana dei Libri nel quartiere di Sant’Eustachio [Nel 1927 il Fascismo tentò di reinserire le antiche forme di associazionismo comunale, cioè le corporazioni di “arti e mestieri”. Rientrava in questo progetto anche la valorizzazione della distribuzione degli artigiani in determinate vie. Per celebrare il quartiere di Sant’Eustachio, che un tempo ospitava l’antica università di Roma a Sant’Ivo alla Sapienza, l’architetto Pietro Lombardi disegnò nel 1927 questa fontana. Vi si vedono i libri, che rimandano alla corporazione dei librai, e il cervo, simbolo del quartiere di Sant’Eustachio]

Tessa Gelisio riferisce un’antica credenza, relativa alla fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona: «si dice sia legata a un sortilegio: chiunque la visiti in senso anti orario perderà inesorabilmente, entro sei giorni, l’amato o l’amata». Gelisio riferisce non un dato storico, non una verità, bensì una “leggenda”, una “credenza popolare”. La conduttrice, pertanto, usa la costruzione impersonale si dice per indicare l’incertezza di quanto è espresso dalla soggettiva, e cioè che la fontana «sia legata a un sortilegio».

 

A seconda del contesto, dunque, bisogna distinguere i casi in cui si dice ha semplice valore impersonale da quelli in cui ha valore dubitativo (vedi il percorso Una cucina multietnica: il caso siciliano).

 

La concordanza dei tempi

Come per le completive oggettive, il rapporto tra la proposizione centrale e la completiva soggettiva può essere di anteriorità, contemporaneità o posteriorità. Per sapere che modi e tempi usare vai al percorso In bicicletta sulle strade d’Italia.