Progetto di tuta di Thayaht

Progetto di tuta di Thayaht

 

L'anglo-svizzero-americano-fiorentino Ernesto Henry Michahelles, in arte Thayaht, futurista e fascista (celeberrimo il suo Dux, una testa in bronzo di Mussolini, creata nel 1929), fu un artista poliedrico: pittore, scultore, studioso di esoterismo, nonché innovativo ed originale stilista di moda, inventore della tuta, l'abito del Novecento «rivoluzionario». Nel 1918 ispirandosi ai concetti di funzionalità espressi da Balla, la tuta è una combinazione nuova, semplice, pratica e sintetica: in un solo pezzo sono infatti condensati camicia, giacca e pantaloni; è allacciata con bottoni sul davanti, ha quattro tasche applicate, ed è priva di qualsiasi orpello decorativo; si indossa facilmente, semplicemente con una cintura, e si porta con sandali. Il termine TUTA è coniato da Thayaht, cioè l'abito unitario a forma di 'T', che fonda la sua essenza sul concetto di praticità, economia e riproducibilità, e che da più di ottant'anni ha segnato il costume e la moda attraverso mille varianti. Ecco come "La Nazione" - il quotidiano di Firenze - ne promosse la diffusione in un articolo del 17 giugno 1920 , dove è riprodotto un volantino di Thayaht in cui sono inseriti gli schemi di taglio per realizzarla da soli e le motivazioni della sua genesi della sua genesi, decretano il successo della tuta. "Sopraveste di un solo pezzo con pantaloni e maniche, di robusto cotone o di fibre speciali, indossata da operai, sportivi o persone che svolgono particolari attività". Questo «abito universale» è concepito per essere economico sotto tutti gli aspetti (tessuto, fattura, tempo per indossarlo), per adattarsi ad ogni occasione ma soprattutto per essere comodo e per consentire la completa libertà di movimento a chi lo indossa. Non c'è dubbio che rispetto alla tuta dei Costruttivisti e dei Produttivisti le affinità siano notevoli. Ma mentre quella di Thayaht è pensata per essere un abito vero e proprio, in tessuti leggeri e confortevoli, fuori dalla consuetudine e dal rigido grigiore maschile, costituendosi quindi quale "gesto comportamentale eversivo rispetto al consumo della moda", quella elaborata di lì a poco dagli artisti sovietici è concepita per essere un abito da lavoro, o comunque una sorta di divisa da variare a seconda delle mansioni per cui è finalizzata.

 

Fonte: scostumista.com

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