8. Le donne in cucina

Cucina
Massaie toscane negli anni '50. Fonte: CGIL Regionale Toscana

Vincenzo Tanara nel suo L'economia del Cittadino in Villa, del 1674, scriveva: «Ma veniamo a più stretto paragone, per mostrare in parte la differenza fra la Cuciniera, ed il Cuoco; qualunque servo in Cucina deve esser polito, fedele, & intendente; Chi non sà, che per ordinario è più netto il più sporco Huomo, che la più polita Donna? La Cuciniera, posta la pignatta al fuoco, s'acconcia il capo, dapoi nel tempo, che le vivande si cuocono, con spruzzate dita fila [sic!]; altre cose naturali alle Donne lascio, delle quali in tutto, e per tutto l'Huomo n'è libero. Quanto alla fedeltà dico, che l'Huomo se non per natural desiderio d'honore, almeno per timore sarà sempre più fedele della Donna… » (V.TOMO, L'economia del Cittadino in Villa, Libri VII, Riveduta, ed accresciuta in moti luoghi dal medesimo Auttore, con l'aggiunta delle qualità del Cacciatore, In Venetia, appresso S. Curti, 1674, 1644, p. 176).

 

Ancora nel 1795 Francesco Leonardi, nel suo Dizionario ragionato (tomo II, p. viii), così si esprimeva: «volgiamo lo sguardo sulle Nazioni Inglese, Olandese, e Tedesca, le di cui Cucine, e Credenze sono di una proprietà sorprendente; tutto è netto, tutto è lucido, tutto è proprio, sono veri studi di chimica Alimentaria; benchè  in alcune case di famiglie nobili della Germania, le donne facciano la cucina in preferenza degli uomini; e queste cuochesse sono molto pulite e abili, specialmente nella preparazione delle Erbe, e nella Pasticceria».

 

È evidente che ancora nell'Italia del Settecento, nonostante si iniziasse a vedere nelle donne un nuovo pubblico dei ricettari (si pensi alla dedica secondaria del Cuoco maceratese del 1781 «a' Giovani Servitori, e Donne di cucina…»), la figura femminile in cucina, a differenza che nei Paesi del Nord Europa, era ancora mal vista.

 

La stessa Gianina, protagonista del ricettario Gianina ossia la cuciniera delle Alpi (Roma, s.n.1817) scritto da Leonardi, gestore di una locanda ubicata sul passo del Moncenisio dal 1787, proveniva dall'Austria, una nazione in cui le signore di ceto medio e alto si occupavano della preparazione dei cibi più che nella Francia e nella stessa Italia. Nel nostro Paese, in particolare, le donne che sapevano leggere erano ancora un'esigua minoranza e per vedere il primo ricettario scritto da una donna, figura da sempre preposta alle faccende domestiche nelle fasce sociali medio-basse, si avrebbe dovuto aspettare il 1898, quando venne pubblicato Come posso mangiar bene? di Giulia Ferrari Tamburini.