Dalle "Grazie": "Ma più alle Dive mie piace quel carme"

Letteratura e teatro

Nel secondo inno delle Grazie (vv. 310-330) si trova la descrizione di una donna (Maddalena Bignami, amata da Foscolo) che la danza trasfigura e rende bellissima (la vaga danzatrice). Quando non danza, altre donne amate dal poeta la superano in grazia e bellezza: Eleonora Nencini, simbolo dell’arte musicale, o Cornelia Martinetti, che ama e coltiva la poesia e l’eloquenza, rappresentate dal dolce miele delle api (nutrice dell’api). Ma quando Maddalena si lascia trasportare dalla musica, nessuna può starle a pari.

 

Ma più alle Dive mie piace quel canto,

Che d'egregia beltà l'alma e le forme

Colla pittrice melodia ravviva.

Nèinvan per l'altre età, se l'idioma

D'Italia correrà puro a'nepoti

(È vostro, e voi, deh! lo serbate, o Grazie),

Tento ritrar ne' versi miei la sacra

Danzatrice, men bella allor che siede,

Men di te bella, o gentil suonatrice,

Men amabil di te quando favelli

O nudricedell'api; ma se danza,

Vedila! tutta l'armonia del suono

Scorre dal suo bel corpo, e dal sorriso

Della sua bocca; e un moto, un atto, un vezzo

Mandano agli occhi venustà improvvisa

Che diffondon le grazie. Io la discerno

Per mille aspetti mille volte bella;

Pur chi pinger la può? Mentre a ritrarla

Pongo industre lo sguardo, ecco m'elude,

E la carola che lenta disegna

Alterna rapidissima, e s'invola

Sorvolando su' fiori; appena veggo

Il vel fuggente biancheggiar fra' mirti [...]

 

 

Alle Grazie (Dive mie) è cara soprattutto quella poesia (carme) che riesce a tratteggiare, a rappresentare al vivo (pittrice melodia ravviva) l’anima (alma) e il corpo (forme) di una donna dalla bellezza straordinaria (egregia beltà). Spesso tento di ritrarre nei miei versi la bellissima danzatrice, nella speranza che la lingua italiana (abbiatene cura, o Grazie, perché, per la sua grande bellezza e armonia, vi appartiene!) giunga inalterata (idioma puro) a chi verrà dopo di noi, (a’ nepoti). La danzatrice, quando sta ferma (siede) è meno bella di te, donna gentile che suoni (gentil sonatrice) e meno seducente di te quando parli (favelli), o poetessa (o nutrice d’api). Ma guardala quando danza! Dal suo corpo, dal suo sorriso si sprigiona tutta l’armonia della musica e ogni più piccolo movimento (vezzo, atto, gesto) colpisce gli occhi con un’ immagine inattesa di bellezza (venustà improvvisa). Chi è capace di descriverla? Mentre la guardo con attenzione (pongo industre lo sguardo) per poterla raffigurare, ecco mi sfugge (m’elude): i movimenti della danza (carole), prima lenti, diventano rapidissimi e lei si sottrae alla mia vista, passando leggera sui fiori, come se volasse; mentre fugge, riesco a stento a intravedere il suo velo bianco fra i mirti.

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