EIAR - Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche

    Manifesto promozionale dell'EIAR

    L'EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche) fu l'ente pubblico monopolista delle radiodiffusioni in Italia dal 1928 al 1944. Nato per proseguire e rilanciare l'attività dell'URI, l'EIAR ne confermò la dirigenza: Enrico Marchesi, presidente; Luigi Solari, vicepresidente; Raoul Chiodelli, direttore generale (e poi anche amministratore delegato). Alla vicepresidenza, però, Solari fu affiancato da Arnaldo Mussolini, fratello del duce e direttore del "Popolo d'Italia", segno della volontà del regime fascista di controllare più direttamente il nuovo mezzo.

    Molti furono i cambiamenti e le innovazioni: nel 1929 nasceva il "Giornale parlato" che diventò "Giornale Radio" l'anno seguente; il "Radiorario", organo ufficiale dell'ente, fu rinnovato e poi trasformato in "Radiocorriere" (1930); e numerose furono le iniziative (tra cui l'apparecchio "Radiorurale", destinato all'ascolto collettivo) per promuovere un mezzo che solo nel 1939 riuscì a raggiungere e superare il milione di abbonati. Un traguardo raggiunto anche grazie a programmi di successo come "I quattro moschettieri" (1934-38, con Nunzio Filogamo, primo divo della radio italiana e futuro presentatore del primo Festival di Sanremo), alle radiocronache sportive (in particolare quelle calcistiche di Nicolò Carosio) e alle performance dei "cantanti della radio", come Alberto Rabagliati e il Trio Lescano.

    Nel frattempo, l'EIAR era diventato uno degli strumenti principali della propaganda fascista, soprattutto a partire dalla Guerra d'Etiopia nel 1935-36. I discorsi radiofonici di Benito Mussolini, in particolare, erano ascoltati da milioni di persone, in gran parte adunati nelle strade e nelle piazze, dove il regime collocava gli altoparlanti per l'ascolto collettivo. Tuttavia, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale (1939), l'EIAR cominciò a perdere credibilità, soprattutto a vantaggio della "nemica" Radio Londra, l'emittente britannica in lingua italiana, il cui ascolto era punito con il carcere. Dopo un periodo di sdoppiamento dell'EIAR (1943) che rifletteva la divisione in due di un paese in guerra, con il nord controllato dai nazi-fascisti e il centro-sud liberato dagli alleati con il contributo dei partigiani, l'ente fu trasformato in RAI - Radio Audizioni Italia (1944). 

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