Giornata II, novella 5 - Andreuccio da Perugia

B. Buffalmacco, "Trionfo della morte", dettaglio, 1355. Fonte: Wikimedia Commons

Alla novella di Landolfo Rufolo segue quella di Andreuccio da Perugia[1], raccontata da Fiammetta. Il tema è sempre quello delle avventure a lieto fine. Andreuccio è un giovane mercante di cavalli. Vive a Perugia e non si è mai allontanato da casa, ma quando sente dire che a Napoli c’è un buon mercato per i cavalli, decide di partire insieme ad alcuni amici portando con sé una borsa con cinquecento monete d’oro (fiorin). Nell’affollatissimo mercato di Napoli, Andreuccio, rozzo e poco cauto, a garanzia della sua affidabilità mostra di frequente la borsa con i fiorini; a notarla è una giovane ciciliana bellissima e disposta a tutto, che si trova lì in compagnia di una vecchia.

 

Questa vecchia conosce Andreuccio e suo padre Pietro: gli corre incontro, lo abbraccia e gli promette che tornerà a trovarlo in albergo. La bella siciliana, di nome Fiordaliso, si fa raccontare ogni minimo particolare della famiglia del giovane, poi, con varie scuse tiene occupata la vecchia e manda al suo posto una fanticella con un invito per Andreuccio.

 

Credendo si tratti di una facile avventura, Andreuccio si reca nella contrada di Malpertugio la quale quanto sia onesta il nome medesimo il dimostra. Lo accoglie la bellissima donna vestita e ornata con cura, che lo abbraccia, lo bacia, lo conduce nella sua camera profumata di fiori e d’olio d’oliva e gli racconta di essere sua sorella, frutto dell’amore di Pietro per la madre di lei, una onesta vedova; costretto a ripartire, Pietro si era dimenticato della infelice donna e della piccola nata nel frattempo. Commosso, Andreuccio accetta di rimanere a cena e poi anche a dormire, perché quando si fa buio è pericoloso avventurarsi nei quartieri di Napoli.

 

Durante la notte un tremendo mal di pancia lo costringe a usare uno sgabuzzino sospeso su una fogna a cielo aperto. L’asse su cui poggia i piedi si capovolge e Andreuccio finisce nella fogna. Dopo aver tentato invano di rientrare in casa per riprendere i vestiti e i fiorini lasciati ai piedi del letto, sporco e puzzolente vaga per la città, fino a quando incontra due ladri che decidono di usarlo per i loro loschi piani: rubare i gioielli dell’arcivescovo Filippo Minutolo, seppellito nel duomo di Napoli...

 

[1] Anche in questa novella l’ambiente e i personaggi sono storici: Malpertugio era un quartiere di Napoli, Fiordaliso una famosa cortigiana dell’epoca, il cardinale Filippo Minutolo  apparteneva  alla famiglia Capece che ha costruito il Duomo della città. 

 

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