La poesia A mia moglie, inserita nella sezione Casa e Campagna, è fra le più famose del Canzoniere. In ogni strofa Saba paragona la moglie ad animali diversi domestici (la pollastra, la giovenca, la cagna, la coniglia, la rondine, la formica, l'ape/pecchia) e attraverso le loro caratteristiche mette in luce le qualità della sua donna (che ha il passo da regina della pollastra, è festosa come la giovenca, prova amore e gelosia come la cagna).
Tu sei come una giovane
una bianca pollastra.
Le si arruffano al vento
le piume, il collo china
per bere, e in terra raspa;
ma, nell'andare, ha il lento
tuo passo di regina,
ed incede sull'erba
pettoruta e superba.
È migliore del maschio.
È come sono tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio,
Così, se l'occhio, se il giudizio mio
non m'inganna, fra queste hai le tue uguali,
e in nessun'altra donna.
Quando la sera assonna
le gallinelle,
mettono voci che ricordan quelle,
dolcissime, onde a volte dei tuoi mali
ti quereli, e non sai
che la tua voce ha la soave e triste
musica dei pollai.
Tu sei come una gravida
giovenca;
libera ancora e senza
gravezza, anzi festosa;
che, se la lisci, il collo
volge, ove tinge un rosa
tenero la tua carne.
se l'incontri e muggire
l'odi, tanto è quel suono
lamentoso, che l'erba
strappi, per farle un dono.
È così che il mio dono
t'offro quando sei triste.
Tu sei come una lunga
cagna, che sempre tanta
dolcezza ha negli occhi,
e ferocia nel cuore.
Ai tuoi piedi una santa
sembra, che d'un fervore
indomabile arda,
e così ti riguarda
come il suo Dio e Signore.
Quando in casa o per via
segue, a chi solo tenti
avvicinarsi, i denti
candidissimi scopre.
Ed il suo amore soffre
di gelosia.
Tu sei come la pavida
coniglia. Entro l'angusta
gabbia ritta al vederti
s'alza,
e verso te gli orecchi
alti protende e fermi;
che la crusca e i radicchi
tu le porti, di cui
priva in sé si rannicchia,
cerca gli angoli bui.
Chi potrebbe quel cibo
ritoglierle? chi il pelo
che si strappa di dosso,
per aggiungerlo al nido
dove poi partorire?
Chi mai farti soffrire?
Tu sei come la rondine
che torna in primavera.
Ma in autunno riparte;
e tu non hai quest'arte.
Tu questo hai della rondine:
le movenze leggere:
questo che a me, che mi sentiva ed era
vecchio, annunciavi un'altra primavera.
Tu sei come la provvida
formica. Di lei, quando
escono alla campagna,
parla al bimbo la nonna
che l'accompagna.
E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio
e in nessun'altra donna.
La struttura della poesia ricorda quella di una preghiera: tutte le strofe iniziano con l'anafora, cioè con la ripetizione delle stesse parole, in questo caso del paragone Tu sei come. Le parole usate sono semplici, tranne per alcuni termini letterari (assonna = fa addormentare; onde = con le quali; ti quereli = ti lamenti; provvida = previdente) che però risultano facilmente comprensibili nel contesto. L'organizzazione della frase, come spesso accade nella poesia di Saba, è complessa e presenta molte inversioni: il collo china, il collo volge, una santa sembra, se muggire l'odi.
In Storia e cronistoria del Canzoniere, Saba scrive:
[…] se un bambino potesse sposare e scrivere una poesia per sua moglie, scriverebbe questa... Non si tratta di sensualità animalesca, forse nemmeno di sensualità , in nessun caso di sola sensualità ... La poesia fa pensare piuttosto, come abbiamo detto, all'infanzia, a un improvviso ritorno all'infanzia; un ritorno che non esclude però la contemporanea presenza dell'uomo. (Se questa fosse mancata il poeta non sarebbe Saba ma Pascoli) Il poeta, come un fanciullo, ama gli animali, che, per la semplicità e nudità della loro vita, ben più degli uomini, obbligati dalle necessità sociali a continui infingimenti, avvicinano a Dio, alle verità cioè che si possono leggere nel libro aperto della creazione.