La storia linguistica dell’emigrazione italiana in America Latina

    Emigrazione e lingua italiana nel mondo
    Il quartiere de La Boca, costruito dagli emigranti italiani a Buenos Aires

    L’America Latina ha giocato un ruolo centrale nella storia linguistica dell’emigrazione italiana, che assume a seconda dei contesti dei diversi Paesi tratti assai eterogenei. La maggior parte degli arrivi in America Latina è avvenuta a fine Ottocento e in misura minore nel XX secolo. L’italiano è oggi presente nell’insegnamento scolastico e universitario di tutta l’America Latina, nella comunicazione pubblica sociale, nei mass media. Tuttavia, la pluralità di storie linguistiche dell’emigrazione si traduce anche in una pluralità di esiti dal punto di vista linguistico, con forti differenze tra Paesi come Argentina e Brasile e altri Paesi dalle comunità italiane meno consistenti.

     

    L’Argentina accoglie tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo numerosi italiani di ogni regione, molto spesso analfabeti e dialettofoni, portando così al contatto numerosi dialetti e a processi di sviluppo dell’italiano paralleli a quelli in atto in patria. L’incontro successivo tra lo spagnolo locale e i dialetti italiani ha avuto come esito il cocoliche, una varietà di transizione, e il lunfardo, un argot urbano. Nonostante siano numerosissimi gli italianismi presenti nella varietà di spagnolo castellano, di fatto gli emigrati italiani si sono completamente integrati, perdendo così ogni contatto con la lingua italiana dopo le prime generazioni. Oggi l’italiano è stato ampiamente recuperato come lingua straniera non tanto per ragioni identitarie, ma per le condizioni sociali ed economiche che hanno dato valore strumentale all’apprendimento dell’italiano da parte di chi ha origini italiane e ne acquista la cittadinanza.

     

    In Brasile l’insediamento in colonie di molti emigrati italiani, spesso provenienti dalle regioni settentrionali e in particolare dal Veneto, ha portato al mantenimento dei dialetti di partenza, che hanno conservato così numerosi tratti linguistici, e alla creazione di comunità linguisticamente omogenee. Il taliàn è un esempio di dialetto parlato nel Rio Grande do Sul, idioma di koinè sud brasiliano a base veneta influenzato da altri dialetti italiani e dal portoghese. Nei contesti urbani invece, come San Paolo che costituisce il polo urbano italiano più grande al mondo con circa 15 milioni di abitanti di origine italiana, gli italiani hanno vissuto una progressiva conquista dell’italiano e del portoghese.

     

    Nel secondo dopoguerra il Venezuela accoglie numerosi italiani con un repertorio in cui il dialetto è presente, ma accanto all’italiano. A causa dei numerosi rientri inoltre le varietà di partenza sono state mantenute e recuperate accanto allo spagnolo. Le seconde generazioni sono sostanzialmente ispanofone, con uno slittamento dell’italiano fuori dal loro spazio linguistico.

    Anche in Uruguay si è formata una consistente comunità italiana ancora prima dell’Unità italiana, con una netta prevalenza di uomini nei flussi migratori, per cui le seconde generazioni sono diventate presto ispanofone. L’italiano è quindi diventato una lingua straniera, da studiare per emigrare in Europa.

     

    Il caso di Chipilo, in Messico, è particolarmente significativo. Fondata nel 1882 dagli abitanti di un paese della provincia di Treviso, si caratterizza per una comunità molto chiusa e isolata rispetto ad altre comunità italiane in Messico, che è riuscita a conservare il dialetto del paesino di origine nei suoi tratti linguistici originari. Solo negli ultimi anni le più giovani generazioni di discendenti italiani hanno subito le pressioni della società messicana orientando maggiormente la propria identità linguistica e culturale verso quella messicana.

     

    Infine anche in Paesi come Cile, Colombia, Perù, Ecuador, Bolivia e Paraguay, toccati solo marginalmente dall’emigrazione italiana, l’italiano e i dialetti sono andati scomparendo dopo le prime generazioni, lasciando spazio solo allo spagnolo.

     

     

    Fonte: Carla Bagna, America Latina, in Storia linguistica dell’emigrazione italiana nel mondo, a cura di Massimo Vedovelli, Roma, Carocci, 2011, pp. 305-357.