Tratti fonetici
Il sistema vocalico prevede 7 vocali toniche come nell’italiano standard, ma con alcune differenze nella distribuzione: mè e trè presentano la e aperta, piéde, génte possono invece avere la e chiusa; anche per la o ricorrono bisògno, corridòio con la o aperta al posto della chiusa prevista dallo standard.
Tendenza a non raddoppiare le consonanti doppie (comune alle altre varietà settentrionali): belo per ‘bello’, nono per ‘nonno’.
L’indebolimento consonantico investe anche le palatali di pesce, di figlio e di bagno che, a differenza del toscano, sono realizzate deboli e non rafforzate.
Pronuncia sonora di z sorda e sonora in posizione iniziale: zappa e zucchero, ad esempio, sono realizzate con l’iniziale sonora, come in area settentrionale (mentre il toscano prevede il suono sordo).
Tratti morfosintattici
Uso di forme pronominali rafforzate come noialtri, voialtri.
Preferenza dell’ausiliare avere con i verbi meteorologici e modali: ha nevicato (non è nevicato), non ha potuto andare (invece di non è potuto andare).
Presenza dell’articolo davanti a nome di persona sia maschile sia femminile.
Uso frequente di locuzioni verbali analitiche del tipo far su, tirar fuori/su, lavar giù, guardar fuori (per guardare, leggere attentamente).
Diverso valore di alcune preposizioni e locuzioni preposizionali: da Pasqua ‘a Pasqua’, dare da intendere per ‘dare ad intendere’, far da ridere per ‘far ridere’.
Lessico
Nel lessico si può rilevare:
un uso degli avverbi con significato sensibilmente diverso da quello dell’italiano: ancora per ‘già ’, ben ‘proprio’, mica ‘non’, almanco ‘almeno, su alto ‘su’;
appartamento e quartiere con significato di ‘piccolo appartamento’ accanto ad alloggio;
l’espressione familiare e colloquiale calcata sul tedesco far blaum (vedi il secondo testo di Cagnan nella sezione Testi) per ‘marinare la scuola’ (in tedesco è blau machen);
come anche nelle altre parti d’Italia il lessico gastronomico o legato a prodotti tipici locali risulta come quello maggiormente caratteristico. In questa regione il contatto tra italiano e tedesco ha diffuso forme come finferli ‘funghi cantarelli’, spriz(z) ‘sorta di aperitivo, canederli ‘gnocchi di pane bolliti e conditi in vario modo’, crauti ‘cavoli acidi’, krapfen, speck, strudel, loden.
Molti settori, in particolare il lessico burocratico-amministrativo, sono interessati dall’infiltrazione italiana con adattamenti semantici: tra i casi più diffusi argument per ‘tema’ (tedesco thema); fakultäten per ‘facoltà , capacità ’ (tedesco fähigkeiten); autoritäten per ‘autorità ’ (tedesco behörden); kolonie per ‘colonia’ (tedesco lager), asyl ‘asilo’ (tedesco kindergarten), fraktion ‘frazione di un capoluogo’ (tedesco orsteil), zentrum ‘centro cittadino’ (tedesco dorfmitte).