"Ultimo viene il corvo"

    Letteratura e teatro

    La raccolta Ultimo viene il corvo pubblicata nel 1949, comprende tutti i racconti scritti da Calvino fino ad allora. L'argomento è ancora la guerra partigiana, interpretata in modo avventuroso e fantastico. Il racconto che dà il titolo alla raccolta ha per protagonista un ragazzo abilissimo nell'usare il fucile, che entra per caso a far parte di un gruppo di partigiani. Il ragazzo si diverte a sparare a tutto ciò che vede: uccelli, pigne, lepri. Quando per caso incontra un soldato tedesco, gli dà la caccia come se fosse una qualsiasi preda, non un nemico e comunque un uomo; il gioco crudele dura a lungo e si conclude con l'apparire di un nero corvo.

    Così termina il racconto:

     

    Il soldato si buttò faccia a terra perché non gli arrivassero schegge.

    Quando rialzò il capo era venuto il corvo. C’era nel cielo sopra di lui un uccello che volava a giri lenti, un corvo forse. Adesso certo il ragazzo gli avrebbe sparato. Ma lo sparo tardava a farsi sentire. Forse il corvo era troppo alto? Eppure ne aveva colpito di più alti e veloci. Alla fine una fucilata: adesso il corvo sarebbe caduto, no, continuava a girare lento, impassibile. Cadde una pigna, invece, da un pino lì vicino. Si metteva a tirare alle pigne, adesso? A una a una colpiva le pigne che cascavano con una botta secca.

    A ogni sparo il soldato guardava il corvo: cadeva? No, l’uccello nero girava sempre più basso sopra di lui. Possibile che il ragazzo non lo vedesse? Forse il corvo non esisteva, era una sua allucinazione. Forse chi sta per morire vede passare tutti gli uccelli: quando vede il corvo vuol dire che è l’ora. Pure, bisognava avvertire il ragazzo che continuava a sparare alle pigne. Allora il soldato si alzò in piedi e indicando l’uccello nero col dito. «Là c’è il corvo!» gridò, nella sua lingua. Il proiettile lo prese giusto in mezzo a un’aquila ad ali Spiegate che aveva ricamata sulla giubba.

    Il corvo s’abbassava lentamente, a giri.

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