È ambientata a Chioggia, una cittadina lagunare a metà strada fra Venezia e Ferrara: da questo, il nome baruffe chiozzotte. Scritta in dialetto veneziano con parole ed espressioni tipiche di Chioggia, ha per protagonisti i pescatori, le loro innamorate e le loro famiglie. La rappresentazione inizia con un litigio (baruffa) causato da Toffolo, che guida il battello nei canali di Chioggia. Toffolo ha regalato una fetta di zucca a Lucietta, fidanzata col pescatore Titta-Nane, scatenando così la gelosia di Checca, a cui il battelliere fa la corte. La baruffa è interrotta dal ritorno dalla pesca di padron Toni e degli altri uomini e dalla vendita del pesce. Nei vicoli, però, continuano i pettegolezzi di Lucietta e di Orsetta (fidanzata del pescatore Beppo) sulle avventure di Toffolo; alla fine tutto il quartiere è coinvolto in un’unica, generale, gigantesca baruffa che richiede l’intervento di Isidoro, il Cancelliere criminale. Isidoro, dopo aver interrogato Lucietta e Orsetta, capisce che si tratta solo di bisticci fra ragazzi (putelezi) e riesce a far tornare la pace. La giornata, iniziata con una baruffa, si conclude con una grande festa per la celebrazione delle nozze di Lucietta con Titta-Nane, di Orsetta con Beppo e di Toffolo con Checca.
Goldoni scrive questa commedia di getto subito dopo Sior Todaro brontolon e torna a descrivere il mondo dei pescatori, conosciuto durante la giovinezza, che già aveva messo in scena ne Il campiello. Al loro debutto Le baruffe non ebbero successo presso il pubblico veneziano; furono invece molto apprezzate dal poeta Goethe e il compositore veneziano Gian Francesco Malipiero le mise in musica, insieme a La bottega del caffè e al Sior Todaro brontolon.