Il Saggiatore, scritto in volgare, è un trattato polemico e scientifico che assume la forma dell’epistola ed è indirizzato a un Accademico dei Lincei, Virginio Cesarini. L’opera stessa fu pubblicata per le cure degli Accademici lincei e da loro dedicata al nuovo papa, Urbano VIII. Con queste mediazioni, Galileo tenta di aprirsi la strada a un compromesso con le autorità religiose. Il Saggiatore nasce come un libro di polemica contro un astronomo gesuita, Orazio Grassi il quale aveva studiato tre comete arrivando a conclusioni tese a convalidare le teorie di Tycho Brahe (1546-1601), secondo il quale le comete sono corpi celesti e i pianeti ruotano intorno al Sole; a loro volta la Luna e il Sole ruotano intorno alla Terra, secondo una teoria di compromesso fra le tesi tolemaiche e quelle copernicane. Con quest’opera Galileo intende confutare Grassi: se questi aveva usato la bilancia (libra), Galileo fa ricorso al “saggiatore”: una bilancetta per valutare il peso dell’oro e degli altri metalli preziosi. In realtà la tesi scientifica di Galileo è sbagliata. Ma ciò assume un’importanza secondaria rispetto al tema di fondo del trattato: la difesa della verifica sperimentale come unico metodo corretto di leggere la natura in opposizione al metodo dogmatico di fondare la filosofia e la scienza su autorità precostituite.