Il cosiddetto “Indovinello veronese”, uno dei primi esempi scritti in lingua volgare, datato all’incirca all’800: “Se pareba boves, alba pratalia araba, albo versorio teneba et negro semen seminaba”, cioè: “Sembravano buoi, arava bianchi prati, teneva un bianco aratro e seminava nero seme”. L’indovinello riguarda la scrittura, che semina lettere nere, su fogli bianchi, con la penna-aratro.
Proprio qui, in Toscana, ed in particolare a Firenze, all’inizio del Trecento, ha inizio la storia della lingua italiana. Alla fine dell’Impero romano, infatti, il latino parlato nei territori dell’impero si era trasformato, dando vita ad una serie di dialetti, dai quali, con il tempo, sarebbero nate le lingue neolatine.
Il passaggio dal latino all’italiano portò cambiamenti relativi al suono delle parole (fonologici), alla forma delle parole (morfologici) e alla struttura della frase (sintattici).
Osserva, ad esempio, questo elenco di parole:
latino | italiano | fenomeno fonologico |
rosae | rose | ae > e |
herba | erba | h- > |
semen | seme | -m/-n/-s/-t > |
plenus flamma clavis | pieno fiamma chiave | pl- > pi fl- > fi cl- > ch |
Dal punto di vista fonologico, nel passaggio dal latino all’italiano, il dittongo (cioè due vocali che formano un solo suono) ae diventa e; la h ad inizio di parola scompare; le consonanti in fine parola cadono; i gruppi di consonanti pl, fl, cl diventano pi, fi, chi, ecc.