Alessandro Blasetti

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Blasetti in "Bellissima" (1951) di L. Visconti. Fonte: Wikipedia

Alessandro Blasetti (Roma 1900-87) inaugurò nel 1925 la prima rubrica cinematografica mai apparsa su un quotidiano italiano ("Lo schermo" su "L'Impero") per poi fondare e dirigere varie riviste specializzate.

Debuttò come regista con "Sole" (1929), un film sulla bonifica delle paludi dell'Agro Pontino, che riscosse i consensi della critica. Diresse poi Ettore Petrolini in "Nerone" (1930) e il melodrammatico "Resurrectio" (prodotto nel 1930), primo film sonoro girato in Italia, ma distribuito solo nel 1931, dopo "La canzone dell'amore" (e dopo un altro suo film del 1931, "La terra madre", elogio alla vita agreste) per considerazioni di carattere commerciale. Successivamente, rievocò la campagna garibaldina in "1860" (1934, sceneggiato dal regista con Emilio Cecchi), e si concesse alla propaganda fascista con "Vecchia guardia" (1935), che però non piacque al regime per l'assenza di trionfalismo.

In seguito firmò una serie di film in costume, facendo di Gino Cervi un grande nome dello schermo: "Ettore Fieramosca" (1938), "Un'avventura di Salvator Rosa" (1939) e "La corona di ferro" (1941), fantasy cupo e venato con venature pacifiste (Goebbels dichiarò: "un tedesco che avesse fatto questo film, oggi in Germania sarebbe stato messo al muro"). Sempre nel 1941 traspose il dramma di Sem Benelli "La cena delle beffe" (film che suscitò lo scandalo per il seno nudo di Clara Calamai e che contiene, tra l'altro, la celebre battuta "Chi non beve con me, peste lo colga") e l'anno seguente "Quattro passi tra le nuvole" (1942), film anticipatore del neorealismo, sceneggiato dal regista insieme a Cesare Zavattini, Aldo De Benedetti e Giuseppe Amato.

Nel dopoguerra si dedicò soprattutto alla commedia, con film come "Prima comunione" (1950, con Aldo Fabrizi) e "Peccato che sia una canaglia" (1954, tratto da un racconto di Alberto Moravia), che lanciò la coppia formata da Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Interpretò se stesso in tre film, tra cui "Bellissima" (1951) di Luchino Visconti.

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