Perché Galileo sceglie la lingua italiana

    Galileo aveva già utilizzato il volgare nei suoi primi scritti di meccanica applicata (La Bilancetta, Le Mecaniche), ma nella Premessa a Le operazioni del compasso geometrico (1606), da cui è tratto il brano seguente, Galileo fornisce alcune significative motivazioni della sua scelta. Il volgare garantiva la comprensione anche da parte di coloro che si «intendevano di milizia» (ai quali principalmente si rivolgeva il trattato), e che spesso non conoscevano il latino. Risulta evidente come Galileo fosse consapevole dell’utilità pratica di alcuni suoi scritti, in particolare per alcune categorie professionali, alle quali ritenne più efficace rivolgersi in volgare. Il carattere prevalentemente pratico del trattato è confermato anche dalla precisazione che si trova all’inizio del brano: le “istruzioni” di Galileo riguardano gli usi del compasso e sono indirizzate a chi possegga già lo strumento, mentre non ci sono indicazioni su come fabbricare lo strumento, procedimento – a detta dello stesso Galileo – «troppo lungo e laborioso».

     

    Aggiugnesi che il tacere io la fabrica dello Strumento, la quale per la lunga e laboriosa sua descrizione e per altri rispetti al presente pretermetto, renderà questo trattato del tutto inutile a chi senza lo Strumento ei pervenisse nelle mani.

    E per tal causa ne ho io fatte stampare appresso di me 60 copie sole, per presentarne insieme con lo Strumento, con la somma diligenza che si ricerca fabricato e diviso, prima al Serenissimo Principe di Toscana mio Signore, e poi ad altri Signori, da i quali so questa mia fatica esser desiderata. Finalmente, essendo mia intenzione di esplicare al presente operazioni per lo più attenenti al soldato, ho giudicato esser bene scrivere in favella toscana, acciò che, venendo talora il libro in mano di persone più intendenti della milizia che della lingua latina, possa da loro esser comodamente inteso.

    Vivete felici

     

     

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