Elio Vittorini (Siracusa 1908 - Milano 1966) ha un ruolo centrale nella diffusione in Italia della letteratura d'oltre Oceano e nel rinnovamento della nostra cultura, sia durante il fascismo, sia nel difficile periodo che segue la seconda guerra mondiale. Cura l'antologia Americana che raccoglie testi di 33 scrittori nordamericani prima di allora poco conosciuti nel nostro paese, dirige collane che danno voce ai giovani scrittori, fonda riviste improntate alla contemporaneità e aperte alla discussione, come Il Politecnico e Il Menabò, scrive romanzi che raccontano le offese recate al mondo dall'ingiustizia sociale e dal disimpegno della cultura. Per tutta la vita, nelle esperienze giovanili sotto il fascismo e nell’età matura con la militanza nei partiti di sinistra, Vittorini porta avanti con coerenza le idee che guidano il suo lavoro di scrittore: l'autonomia della cultura e la funzione civile e sociale dell'intellettuale. Proprio sulla rivista Il Politecnico avrà luogo il dibattito – e lo scontro – con i dirigenti del PCI sul rapporto fra politica e cultura, fra libertà e militanza politica, che caratterizza tutto il dopoguerra.