È un romanzo pastorale in lingua volgare formato da un prologo in prosa seguito da dodici prose che introducono o sono comunque legate ad altrettante composizioni in versi [1]. Protagonista della storia è il pastore napoletano Azio Sincero, sotto le cui sembianze si nasconde lo stesso Sannazaro [2]. Sincero, per trovare conforto alle pene d’amore parte da Napoli e si reca in Grecia, nella mitica terra di Arcadia cantata da Virgilio, dove i pastori vivono felici in un mondo fatto di poesia, quiete e bellezza. Qui Sincero ritrova la serenità perduta fino a quando un terribile sogno e il presagio di una sciagura imminente non lo spingono a tornare in città ; dopo aver attraversato intricate vie sotterranee, giunge a Napoli (la città di Partenope) dove apprende che la donna da lui amata è morta [3]. Alle vicende di Sincero fanno da sfondo scene di vita campestre e si intrecciano quelle di altri personaggi: il pastore Carino, sacerdote di Pan, che conosce riti magici capaci di guarire le pene d’amore; il pastore Ergasto, che celebra col canto Massilia, la madre morta [4]; il pastore Galicio, innamorato di una pastorella a cui ha dato il nome di Amaranta per il rossore pudico che spesso compare sulle sue guance.
[1] Questo tipo di componimento in cui si alternano versi e prosa prende il nome di prosimetro (prosimetro).
[2] Il poeta, quando era entrato a far parte dell’Accademia Pontiniana aveva assunto il nome di Azio Sincero.
[3] Questa donna amata dal pastore Sincero (e dal poeta Sannazaro) viene identificata con Carmosina Bonifacio, che Sannazaro aveva conosciuto da ragazzo a Napoli e poi persa di vista quando si era trasferito con la famiglia nel Salento. Al suo ritorno in città , anni dopo, aveva saputo che Carmosina era morta.
[4] Un altro riferimento autobiografico: Massilia corrisponde a Masella, la madre del poeta Sannazaro.