Nel sonetto Almo sol, quella fronde ch’io sola amo, Laura è identificata con Dafne, la ninfa di cui Apollo, dio della poesia, si era perdutamente innamorato. Secondo il mito, Dafne non ricambia la sua passione e per sfuggire al dio che la insegue si trasforma in alloro.
L’alloro è la pianta con cui ai tempi di Petrarca si incoronavano i poeti: per lui rappresenta la gloria che tanto ha inseguito e che, come l’amore e come tutte le altre passioni terrene, è destinata dissolversi nel nulla.
Almo sol, quella fronde ch’io sola amo
tu prima amasti: or sola al bel soggiorno
verdeggia, e senza par, poi che l’addorno
suo male e nostro vide in prima Adamo.
Stiamo a mirarla: i’ ti pur prego e chiamo,
o Sole; e tu pur fuggi, e fai d’intorno
ombrare i poggi, e te ne porti il giorno,
e fuggendo mi tôi quel ch’i’ più bramo.
L’ombra che cade da quel umil colle,
ove favilla il mio soave foco,
ove ’l gran lauro fu picciola verga,
crescendo mentr’io parlo, a gli occhi tolle
la dolce vista del beato loco,
ove ’l mio cor co la sua donna alberga.