La simbologia dell'Accademia della Crusca

Storia linguistica d'Italia
Il "frullone", emblema dell'Accademia della Crusca

La fama dell'Accademia della Crusca è legata anche all'originalità del suo nome e alla simbologia che lo interpreta: la simbologia del grano - che, depurato della crusca, fornisce la farina, equivalente della "buona lingua" - e dei suoi derivati, il pane e altri cibi. Elemento centrale in questo campo d'immagini era il frullone, la macchina che abburatta, cioè setaccia, la farina e ne separa la crusca. Assumendolo come loro simbolo fondamentale, gli Accademici intesero dichiarare un loro atteggiamento modernista: la macchina era infatti un'ardita novità apparsa qualche decennio prima (forse in Lombardia) e sostituiva la setacciatura a mano, approssimativa e diseguale, con quella meccanica, regolata da congegni che davano la possibilità di graduare la finezza delle farine. Gli Accademici avevano dunque scelto una metafora di particolare pregnanza, per significare che nel loro lavoro intendevano avvalersi di moderni metodi filologici e di analisi della lingua.

 

All'emblema del frullone affiancarono il motto "il più bel fior ne coglie", ricavato da un verso del Petrarca (Canzoniere, LXXIII, 36), col quale completavano il significato dell'immagine e indicavano anche il modello supremo di eleganza linguistica che li ispirava. Il messaggio veniva ripreso e sviluppato con fantasia nelle raffigurazioni che gli Accademici componevano nelle loro pale, che riproducevano lo strumento con il quale mugnai e fornai prelevano la farina: ogni Accademico doveva costruirsene una, sulla quale doveva porre il suo nome accademico, raffigurare una qualche operazione relativa alla coltivazione o alla lavorazione del grano e sovrapporre un cartiglio con un verso o parte di un verso desunto perlopiù da Dante o da Petrarca, facendo sì che i tre elementi fossero collegati da una relazione concettuale riferibile sia alla sfera del grano, sia, metaforicamente, alla lingua e alla sua importanza e bellezza.

 

Anche altri oggetti riprendevano la stessa simbologia: le sedie avevano forma di gerla da pane capovolta; i piccoli armadi nei quali venivano conservati i verbali delle riunioni avevano forma di sacco per farina.

Sedia in legno, in forma di gerla
Scaffale in forma di sacco per la farina
Pala di Pier Francesco Giovanni
Pala di Giovanni Compagni
Pala di Giovan Battista Deti
Pala di Domenico Tornaquinci
Pala di Carlo Dati
Pala del Cardinale Leopoldo de' Medici
Il Frullone (IV)
Il Frullone (III)
Il Frullone (II)
Il Frullone (I)