Gabriele D’Annunzio (Pescara 1863 - Gardone 1938) è lo scrittore italiano che più di ogni altro assimila e trasferisce nelle sue opere le molteplici caratteristiche del decadentismo europeo: il culto della bellezza e della perfezione formale, l’esaltazione dell’arte come forma superiore di esistenza, il mito del superuomo e l’erotismo esasperato, il grande potere attribuito alla parola come strumento privilegiato per decifrare e comprendere la realtà . La sua è un’esistenza improntata all’eccezionalità in cui scrittura, politica, eros si mescolano e si esaltano a vicenda. Amori scandalosi, gesti eroici, lusso esagerato e ostentato contribuiscono a creare l’immagine di un artista straordinario, fuori dalle regole, che vive la vita come se fosse un’opera d’arte (Il piacere). Un’immagine che D’Annunzio, cronista e giornalista attento alle esigenze del pubblico, costruisce con grande ingegno e spregiudicatezza, come un divo dei nostri giorni. Può essere considerato “un grande produttore di letteratura che sta alle regole del mercato e non perde mai il contatto col pubblico, accettando la propria parte di personaggio come una specie di mito che va insieme vissuto ed ammirato secondo il canone della domanda e dell'offerta”[1]. D’Annunzio è uno scrittore eclettico: si confronta con autori e movimenti diversi (i romanzieri russi, i simbolisti francesi, il naturalismo, il verismo) e sperimenta, quasi in contemporanea, moltissimi generi letterari: la poesia, il romanzo, la novellistica, la drammaturgia, l’autobiografia, la prosa politica. La raccolta in versi Alcyone è considerata il suo capolavoro. Il poeta diventa tutt’uno con la natura, ne comprende il linguaggio segreto e dialoga con lei. Questa fusione panica, espressa attraverso un linguaggio raffinato, carico di sonorità ed estremamente evocativo, rappresenta uno dei momenti più alti del decadentismo italiano.
Le date relative alle singole opere di D’Annunzio, organizzate in base al genere letterario, si riferiscono all’anno di pubblicazione[2].
La poesia: Primo vere – 1879; Canto novo – 1882; Isaotta Guttadauro – 1886 (divenuta poi L’Isotteo – La Chimera)
La Chimera – 1890; Elegie romane – 1892 (raccoglie liriche pubblicate tra il 1887 e il 1892); Odi navali – 1893; Poema paradisiaco – 1893 (raccoglie poesie composte dal 1890 al 1893); Ciclo delle Laudi del mare del cielo della terra degli eroi – 1903. Dell’opera progettata in sette libri ne usciranno solo cinque: i primi tre nel 1903 Maia o Laus vitae, Elettra e Alcyone (con data 1904); il quarto, Merope, contenente le Canzoni delle gesta d’oltremare (la guerra di Libia), nel 1912; il quinto, Canti della guerra latina (la prima guerra mondiale), nel 1933.
Novelle e romanzi :Terra vergine – 1882; Il libro delle vergini – 1884; San Pantaleone – 1886 (quindici novelle di questa raccolta andranno a far parte di Novelle delle Pescara, pubblicate nel1902); Il piacere – 1889; Giovanni Episcopo – 1892; L’innocente – 1892; Trionfo della morte – 1894 (D’Annunzio inizia a scriverlo nel 1890); Le vergini delle rocce – 1895 (data editoriale); Il fuoco – 1900; Forse che sì forse che no – 1910.
Opere teatrali (1897-1914)
Sogno d’un mattino di primavera (1897);Sogno d’un tramonto d’autunno (1898); La città morta (1898); LaGioconda (1899); La gloria (1899); Francesca da Rimini (1902); Parisina (1913), musicata da Mascagni; La figlia di Iorio (1904); La fiaccola sotto il moggio (1901); Più che l’amore (1906); La nave; Fedra (1909); Le martyre de Saint Sébastien (1911); La Pisanelle, ou la mortparfumée (1913), ma edita in volume nel 1935 con il titolo La Pisanelle, ou le jeu de la rose et de la mort; Il ferro (1914), contemporaneamente pubblicato in lingua francese con il titolo Chèvrefeuille.
Prose autobiografiche e di riflessione
Contemplazione della morte – 1912 (in un primo tempo pubblicato in quattro puntate sul Corriere della sera); La Leda senza cigno – 1916 (pubblicato sul Corriere della sera nel 1913); Notturno – 1921; Le faville del maglio – 1924 (vol. I) 1928 (vol.II) ; Libro segreto – 1935; Solus ad solam – 1939 (diario, uscito postumo)
Il giornalismo
D’Annunzio svolge l’attività di giornalista per tutto il corso della sua vita. Collabora al Fanfulla, al Capitan Fracassa, alla Cronaca bizantina, alla Tribuna e alla Tribuna illustrata, al Mattino di Napoli, al Corriere della sera.
[1]Ezio Raimondi, Gabriele D’Annunzio, in Storia della letteratura italiana, IX. Il Novecento, Garzanti, Milano, 1969.
[2]Per la periodizzazione delle opere si fa riferimento a: Remo Ceserani – Lidia De Federicis, I generi letterari praticati da D’Annunzio, in Il materiale e l’immaginario, vol.8, II, Torino, Loescher, 1983.